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Questo terzo volume della serie “Bridge ragionato” è assai diverso dai precedenti. I commenti delle sessanta mani delle due prime pubblicazioni corrispondevano ai fini per cui erano stati scritti: pubblicizzare il gioco del bridge in un giornale on line evidenziandone gli aspetti comuni con la vita umana ed i suoi problemi. Non ho trovato più spazio per continuare su questa strada senza il reale rischio di ripetere concetti già espressi, annoiando il lettore e me stesso. È rimasta l’idea di produrre materiale che consenta il migliora- mento del proprio gioco attraverso lo studio di mani che…mehr

Produktbeschreibung
Questo terzo volume della serie “Bridge ragionato” è assai diverso dai precedenti.
I commenti delle sessanta mani delle due prime pubblicazioni corrispondevano ai fini per cui erano stati scritti: pubblicizzare il gioco del bridge in un giornale on line evidenziandone gli aspetti comuni con la vita umana ed i suoi problemi.
Non ho trovato più spazio per continuare su questa strada senza il reale rischio di ripetere concetti già espressi, annoiando il lettore e me stesso.
È rimasta l’idea di produrre materiale che consenta il migliora- mento del proprio gioco attraverso lo studio di mani che richie- dono ragionamenti più raffinati rispetto a quelli iniziali, oltre alla comprensione dei principi alla base delle manovre già note o che vanno ad aggiungersi al proprio bagaglio tecnico. In questo seguo la strada tracciata da ben più illustri Autori, quali Trézel, Kelsey, Lawrence, Roth, per citare solo quelli che più hanno contribuito alla mia formazione.
Due pensieri sono alla base di questa raccolta di quaranta mani didattiche focalizzate su una stessa manovra di gioco, lo “star basso”, il “duck” degli Autori anglosassoni.
La prima considerazione riguarda l’utilità di applicarsi a quegli aspetti del gioco in cui si eccelle meno. Come insegnante, ho notato la tendenza di molti allievi a fare presa appena possibile, per poi imporre la propria linea di gioco. Da ciò può derivare la difficoltà ad individuare le situazioni in cui, per diversi motivi, è
più conveniente cedere la presa agli avversari; e la modalità più appariscente è il “colpo in bianco” del dichiarante, su sua uscita, in situazioni in cui potrebbe fare o tentare la presa. Gli esempi di questo volume vogliono familiarizzare il lettore con questo colpo.
L’altra idea è legata ad un aspetto del funzionamento della mente: il condizionamento. La contemporaneità tra una certa immagine visiva e la risposta corretta a quel dato sensoriale crea nel cervello, con la ripetizione, un’associazione stimolo-risposta; trasportato nel bridge, ciò corrisponde al pensare ad una certa manovra quando appare una certa figura di carte. Un semplice esempio per il bri- dgista: se una forchetta fa pensare ad una possibile impasse, un colore lungo deve far pensare all’eventualità del colpo in bianco.
Su queste motivazioni è nata la raccolta di mani didattiche di questo terzo volume della serie, dedicato alla tecnica del colpo in bianco.
Le osservazioni fattemi dai lettori dei due precedenti volumi mi hanno portato ad una svolta nell’impostazione del terzo. Qui le mani didattiche sono raccolte in una prima parte che non contiene i suggerimenti su come giocarle: sono proposte come problemi relativi al piano di gioco. Le spiegazioni appaiono nella seconda parte, con riproposizione del diagramma delle mani: in tal modo il lettore passerà un po’ di tempo nella ricerca del miglior piano di gioco, anziché continuare leggendo subito il commento.