Uno dei romanzi più importanti della narrativa italiana del ‘900, senza dubbio inusuale per la nostra letteratura, prova ne è che è lontano dall’avere avuto l’attenzione e la fortuna che avrebbe meritato.
Come in un gioco di scatole cinesi il protagonista sovrappone realtà e sogno e finisce per non poter più distinguere l’uno dall’altro. Definito dalla critica romanzo “pirandelliano”, il vissuto reale viene disconosciuto e la percezione del “vero” sfuma continuamente verso l’irreale. Il protagonista passa da un ambiente all’altro contornato da personaggi bizzarri e “disconnessi”, dalla moglie Clementina alla cognata Monica, dal “migliore amico” Piero al figlio Bernabò, dalla nipote prediletta Teresa all’amante (che poi esiste davvero?) Gabriella. Il protagonista può a ragione affermare: “ giunsi alla conclusione che la vita sognata stancava quanto quella vissuta“. Pubblicato solo un anno prima della morte del suo autore, si può dire che questo testo corona degnamente la sua intensa attività di esploratore letterario.
Come in un gioco di scatole cinesi il protagonista sovrappone realtà e sogno e finisce per non poter più distinguere l’uno dall’altro. Definito dalla critica romanzo “pirandelliano”, il vissuto reale viene disconosciuto e la percezione del “vero” sfuma continuamente verso l’irreale. Il protagonista passa da un ambiente all’altro contornato da personaggi bizzarri e “disconnessi”, dalla moglie Clementina alla cognata Monica, dal “migliore amico” Piero al figlio Bernabò, dalla nipote prediletta Teresa all’amante (che poi esiste davvero?) Gabriella. Il protagonista può a ragione affermare: “ giunsi alla conclusione che la vita sognata stancava quanto quella vissuta“. Pubblicato solo un anno prima della morte del suo autore, si può dire che questo testo corona degnamente la sua intensa attività di esploratore letterario.