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Come se all’improvviso un mattino ti alzassi con cinque diottrie di meno. I colori si mescolano, i contorni sono sfocati e i minimi particolari sono impossibili da decifrare. Il dottore ti dice che ci vedi benissimo, i tuoi amici ti dicono che dovresti staccare un po’ col lavoro, tua madre ti dice che sei stanco e tu, tu decidi di iscriverti a un corso di teatro. E qui entro in gioco io. Io vedo quello che vedi tu. Quelle sbavature di colore e tutto il resto. Hai trovato un amico. Forse un maestro. E inizia il lavoro. Sistemare, limare, mettere in ordine. Nel giusto ordine. I colori, le…mehr

Produktbeschreibung
Come se all’improvviso un mattino ti alzassi con cinque diottrie di meno. I colori si mescolano, i contorni sono sfocati e i minimi particolari sono impossibili da decifrare. Il dottore ti dice che ci vedi benissimo, i tuoi amici ti dicono che dovresti staccare un po’ col lavoro, tua madre ti dice che sei stanco e tu, tu decidi di iscriverti a un corso di teatro. E qui entro in gioco io. Io vedo quello che vedi tu. Quelle sbavature di colore e tutto il resto. Hai trovato un amico. Forse un maestro. E inizia il lavoro. Sistemare, limare, mettere in ordine. Nel giusto ordine. I colori, le sfumature, la luce. In una parola, creare. Creare non significa immaginare, inventare o fabbricare. Creare signifca riordinare cose che esistono già. Creare significa morire per rinascere con nuovi pensieri. Pensieri vergini che ti danno la possibilità di sentire la durata e il senso del tempo, come se fosse un canto. Creare significa vestirsi di un colore che sa di bianco.

Racconti, poesie, versi, lettere, canzoni e un consiglio di mia zia Ponina, che non ho mai conosciuto. Mia nonna mi raccontava che suonava il pianoforte divinamente. Suonò fino alla fine. A novant’anni non aveva più la forza per schiacciare quei tasti e la musica non usciva più. Ma oramai ce l’aveva dentro, la musica. Zia Ponina diceva che “la musica deve essere illuminazione del silenzio”.