Nel cuore della provincia della Avellino degli anni Cinquanta, il destino di Carmela si intreccia con le vicende di un’Italia che cerca di risollevarsi dalle rovine della guerra e sperimenta un nuovo corso politico con l’affermazione della Repubblica.
Costretta a guidare greggi per sostenere la sua famiglia, Carmela è un’adolescente analfabeta che si trova immersa in una società rurale caratterizzata da arretratezza e rapporti di subalternità. Attorno a lei si muovono numerosi personaggi, ognuno con la propria voce che definisce il tessuto sociale e storico dell’epoca.
La storia si trasferisce a Salerno quando, per una serie di circostanze, Carmela entra a servizio dei De Bonis, una famiglia agiata. In questa nuova realtà il divario sociale, evidenziato da scene di estrema povertà e di umanità dolente, si fa più netto e suscita il malcelato ribrezzo della gente perbene.
È qui che emerge in Carmela – acuta osservatrice di un mondo che impara a poco a poco a conoscere – un forte desiderio di libertà, emancipazione e giustizia sociale, determinata a realizzare un’esistenza al di là dei limiti imposti dalla propria e altrui condizione.
Con la prefazione del professore Alberto Granese, già ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Salerno.
«Sì, sono ignorante, non è colpa mia. L’ha voluto mio padre, ma prima ancora l’ha deciso chi non gli ha dato la possibilità di frequentare la scuola. Se la società è ingiusta, non posso fidarmi né delle sue regole né della sua morale. Il passato e il presente non mi convincono. Voglio scegliere da me. Detesto le imposizioni, sarò io a decidere quello che è bene e quello che è male per me. Non so che cosa farò, intanto io non voglio essere né una ragazza seria né una ragazza poco seria. Voglio essere Carmela in libertà. Se qualcuno pensa di impormi qualcosa solo perché sono analfabeta si sbaglia di grosso.»
Costretta a guidare greggi per sostenere la sua famiglia, Carmela è un’adolescente analfabeta che si trova immersa in una società rurale caratterizzata da arretratezza e rapporti di subalternità. Attorno a lei si muovono numerosi personaggi, ognuno con la propria voce che definisce il tessuto sociale e storico dell’epoca.
La storia si trasferisce a Salerno quando, per una serie di circostanze, Carmela entra a servizio dei De Bonis, una famiglia agiata. In questa nuova realtà il divario sociale, evidenziato da scene di estrema povertà e di umanità dolente, si fa più netto e suscita il malcelato ribrezzo della gente perbene.
È qui che emerge in Carmela – acuta osservatrice di un mondo che impara a poco a poco a conoscere – un forte desiderio di libertà, emancipazione e giustizia sociale, determinata a realizzare un’esistenza al di là dei limiti imposti dalla propria e altrui condizione.
Con la prefazione del professore Alberto Granese, già ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Salerno.
«Sì, sono ignorante, non è colpa mia. L’ha voluto mio padre, ma prima ancora l’ha deciso chi non gli ha dato la possibilità di frequentare la scuola. Se la società è ingiusta, non posso fidarmi né delle sue regole né della sua morale. Il passato e il presente non mi convincono. Voglio scegliere da me. Detesto le imposizioni, sarò io a decidere quello che è bene e quello che è male per me. Non so che cosa farò, intanto io non voglio essere né una ragazza seria né una ragazza poco seria. Voglio essere Carmela in libertà. Se qualcuno pensa di impormi qualcosa solo perché sono analfabeta si sbaglia di grosso.»