Questo libro è, sostanzialemente, una rilettura laica e disincatata dei testi sacri che alterna momenti di forte drammaticità a momenti di ironia graffiante; usando l'espediente della finta ingenuità di chi pone delle domande a Dio sui passi biblici più o meno noti, il testo mette in discussione la Chiesa-istituzione e l'oligarchia che la governa.Una lettera a Dio che potrebbe intendersi come un diario personale che riporta gli appunti di un viaggio: il viaggio di tutta una vita; la vita dell'autrice che è, in fondo, simile a tante vite. E', proprio per questo, ogni lettore può riconoscersi nelle insicurezze di chi ha scritto. Il linguaggio è semplice e immediato, ma le emozioni che ne derivano sono molto più complesse.Il libro è stato inviato al Papa che, attraverso S.E. Gian BAttista Re, ha apprezzato i sentimenti dell'autrice; S.E. Antonio Riboldi lo ha ufficialemente presentato ad Acerra con la Fondazione S. Alfonso; don Tonino Palmese ne ha parlato in termini entusiastici ad Uno Mattina. Molti lettori hanno testimoniato, attraverso lettere inviate all'autrice, il loro apprezzamento.
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