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Research Paper (postgraduate) from the year 2014 in the subject History of Europe - Middle Ages, Early Modern Age, , language: Italian, abstract: Si dice in russo: Мой дом – моя крепость! cioè La casa mia è la mia fortezza! e infatti la casa, soprattutto per i contadini poco inurbati della Pianura Russa, è più di una costruzione. E' il luogo dove si passa la parte migliore della vita e di cui si conserva la nostalgia fino alla morte! E' un discorso complicato se lo trasponiamo nei secoli passati, ma di certo nuovo per il lettorato italiano che non conosce lo “spirito russo” di oggi e di ieri.…mehr

Produktbeschreibung
Research Paper (postgraduate) from the year 2014 in the subject History of Europe - Middle Ages, Early Modern Age, , language: Italian, abstract: Si dice in russo: Мой дом – моя крепость! cioè La casa mia è la mia fortezza! e infatti la casa, soprattutto per i contadini poco inurbati della Pianura Russa, è più di una costruzione. E' il luogo dove si passa la parte migliore della vita e di cui si conserva la nostalgia fino alla morte! E' un discorso complicato se lo trasponiamo nei secoli passati, ma di certo nuovo per il lettorato italiano che non conosce lo “spirito russo” di oggi e di ieri. Il primo punto da chiarire onde evitare irrigidite speculazioni è l'aggettivo “russo”. Da parte mia l'uso che ne faccio non si riferisce a un popolo definito, ma a una cultura sincretistica che si cominciò a formare sotto l'egida della chiesa cristiana di Kiev a partire dalla fine del X sec. d.C. e che fino al XIV-XV sec. d.C., alla chiusura del periodo che a me interessa, era ancora difficilmente riconoscibile. Insomma nessuna inutile opposizione etnica o nazionalista... Chiarito ciò, da qualche anno covavo il desiderio di condurre un'indagine più profonda sulla realtà abitativa dei tempi passati nel mondo slavo in generale poiché, a mio avviso, ciò avrebbe potuto spiegarmi certi aspetti della storia slavo-russa che mi rimanevano poco chiari e allora ho deciso di lanciarmi alla ricerca dei lavori specialistici che ne parlassero. Ne ho trovati un'infinità, o quasi. Alcuni seppure fuori commercio in qualche modo li ho recuperati. Ad altri reperibili nelle librerie o consultabili nelle biblioteche ex sovietiche tramite internet e con l'aiuto di amici ucraini e russi sono riuscito a accedere e così ho raccolto quanto mi serviva. Lo studio mi ha portato via molto tempo logicamente e quando ho pensato di mettere insieme le notizie raccolte come io le avevo in testa, ho capito che avrei dovuto produrre un testo di almeno 500 e più pagine. Impresa insensata per il pubblico popolare al quale di solito mi rivolgo e alla fine ho optato per questa piccola storia formata di quadretti sintetici di alcune aree etniche della Pianura Russa dove si trovano delle tipicità interessanti. I popoli che convivono nella Federazione Russa, parte europea, infatti sono numerosi e non tutti ben studiati nella loro storia e nella loro cultura e in poche pagine non si riuscirebbe mai a metterli a confronto tutti e bene, per cui ho ridotto anche la scelta del materiale da immettere nel presente saggio. (...)
Autorenporträt
Aldo C. MARTURANO Cittadino vignatese, nato a Taranto, ha concluso i suoi studi Universitari ad Amburgo, in Germania. Giramondo, poliglotta (parla e scrive correntemente russo, inglese, tedesco, francese, spagnolo, ungherese e altre ancora) e curioso, ha cominciato i suoi studi di storia russa a Mosca all¿Istituto Pusc¿kin dove ha frequentato un corso di Lingua Russa per stranieri. Dopo il primo libro ciclostilato ¿Lettura e crisi capitalistica della stampa, 1976-1977¿, il suo primo lavoro pubblicato è ¿Olga la russä, dedicato alla sua seconda moglie russa, ha deciso di dedicarsi a questa parte di storia europea, ahimè, ignorata dall¿editoria italiana, e ha cominciato a pubblicare molti articoli sulle topiche del Medioevo Russo su Internet. Con vari editori ha pubblicato i seguenti libri: ¿Andrea deve morire¿, ¿L¿ultimo amore di Novgorod¿ (un romanzo storico), ¿L¿ombra dei tartari¿ (un libro per i ragazzi ovvero la saga di Alessandro Nevskii), ¿La badessa delle paludi¿ (encomiato