Figlia illegittima del duca di Milano, data in sposa al nipote del papa a soli 10 anni, nipote prediletta di Sisto IV, signora dal pugno di ferro di Imola e Forlì, amante appassionata e capace di vendette atroci, Caterina Sforza, vedova Riario, fu un esempio fulgido di donna capace non solo di stare al pari degli uomini in quell' ultimo quarto del XV secolo, ma addirittura di intimorirli tanto da meritarsi il soprannome emblematico di Tygre di Forlì.
Dai cannoni che lei fece puntare sul Vaticano dopo essersi impadronitasi di Castel Sant'Angelo sopperendo all'ignavia del marito, passando per la difesa di Ravaldino dagli insorti che minacciavano di ucciderle i figli, sino all'epilogo tragido del gennaio del 1500 quando dovette soccombere alla truppe francesi e al Duca di Valentino, la vita politica e militare di Caterina Sforza Riario è stata l'emblema di quel periodo tanto che persino Niccolò Machiavelli la cita sovente come esempio del “buon signore”, soprattutto nel trattato sull' arte della guerra.
Una vita, quella di Caterina, che merita di essere riscoperta per il suo valore storico, per gli aspetti umani, non sempre encomiabili peraltro, ma soprattutto per sfatare l'adagio comune che voleva le donne succubi degli uomini e relegate al mero ruolo di “gentil donzelle”.
Chi volesse arrivare in fondo a questo breve volume scoprirà come tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento una giovane donna di origine milanese ma signora di Imola e Forlì faceva parlare di sé per le sue doti politiche e militari in tutte le corti europee!
IL PROGETTO. Mos Maiorum è l'eteronimo sotto cui si cela un gruppo di appassionati divulgatori della storia che ha scelto di iniziare questo progetto omonimo per avvicinare quante più persone possibili alla scoperta e conoscenza della storia in modo semplice, chiaro, accessibile a tutti e possibilmente non noioso. Il progetto si comporrà di volumetti che hanno lo scopo di far incuriosire il lettore facendo scoprire (o riscoprire talvolta) personaggi, eventi, luoghi ed episodi della storia che all'apparenza potrebbero forse sembrare minori, ma che hanno in qualche modo lasciato un segno in quel determinato periodo di tempo, in modo più o meno evidente. Che fanno parte di quel lungo filo intrecciato e complesso che è la Storia con la “S” maiuscola, composta di grandi eventi e personaggi ma anche da piccole vicende, da donne e uomini misconosciuti o quasi del tutto dimenticati.
Dai cannoni che lei fece puntare sul Vaticano dopo essersi impadronitasi di Castel Sant'Angelo sopperendo all'ignavia del marito, passando per la difesa di Ravaldino dagli insorti che minacciavano di ucciderle i figli, sino all'epilogo tragido del gennaio del 1500 quando dovette soccombere alla truppe francesi e al Duca di Valentino, la vita politica e militare di Caterina Sforza Riario è stata l'emblema di quel periodo tanto che persino Niccolò Machiavelli la cita sovente come esempio del “buon signore”, soprattutto nel trattato sull' arte della guerra.
Una vita, quella di Caterina, che merita di essere riscoperta per il suo valore storico, per gli aspetti umani, non sempre encomiabili peraltro, ma soprattutto per sfatare l'adagio comune che voleva le donne succubi degli uomini e relegate al mero ruolo di “gentil donzelle”.
Chi volesse arrivare in fondo a questo breve volume scoprirà come tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento una giovane donna di origine milanese ma signora di Imola e Forlì faceva parlare di sé per le sue doti politiche e militari in tutte le corti europee!
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