Una giovane donna, sedotta e abbandonata, viene cacciata di casa dal padre quando viene a conoscenza della sua maternità. Dopo aver abbandonato il figlio, all’età di otto anni, davanti all’abitazione del padre naturale, fa sparire ogni traccia di sé. Il bambino verrà accettato e allevato amorevolmente nella casa paterna dalla madre adottiva. Il destino di Anania sarà comunque segnato dall’ossessiva ricerca della madre, disprezzata e amata. La ritroverà, ridotta alla fame e segnata da una vita disonesta, e tenterà di legarla a se come se entrambi dovessero espiare una pena comune. Sarà la madre a porre fine all’insana ossessione del figlio, arrivando all’estremo sacrificio per liberarlo dalla condanna che volle auto infliggersi di fronte al mondo, all’amore e alla felicità.
Cenere, scritto nel 1904, fa parte dei romanzi della maturità artistica della Deledda. In esso sono presenti tutti gli elementi che l’hanno resa famosa e meritevole del Nobel, primo fra tutti il perfetto compenetrarsi tra i personaggi, con i loro caratteri singolari, e il paesaggio sardo magnificamente descritto. Dal romanzo, nel 1916, fu tratto un film interpretato da Eleonora Duse con la regia di Fabio Mari.
Cenere, scritto nel 1904, fa parte dei romanzi della maturità artistica della Deledda. In esso sono presenti tutti gli elementi che l’hanno resa famosa e meritevole del Nobel, primo fra tutti il perfetto compenetrarsi tra i personaggi, con i loro caratteri singolari, e il paesaggio sardo magnificamente descritto. Dal romanzo, nel 1916, fu tratto un film interpretato da Eleonora Duse con la regia di Fabio Mari.