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Una giovane donna, sedotta e abbandonata, viene cacciata di casa dal padre quando viene a conoscenza della sua maternità. Dopo aver abbandonato il figlio, all’età di otto anni, davanti all’abitazione del padre naturale, fa sparire ogni traccia di sé. Il bambino verrà accettato e allevato amorevolmente nella casa paterna dalla madre adottiva. Il destino di Anania sarà comunque segnato dall’ossessiva ricerca della madre, disprezzata e amata. La ritroverà, ridotta alla fame e segnata da una vita disonesta, e tenterà di legarla a se come se entrambi dovessero espiare una pena comune. Sarà la madre…mehr
Una giovane donna, sedotta e abbandonata, viene cacciata di casa dal padre quando viene a conoscenza della sua maternità. Dopo aver abbandonato il figlio, all’età di otto anni, davanti all’abitazione del padre naturale, fa sparire ogni traccia di sé. Il bambino verrà accettato e allevato amorevolmente nella casa paterna dalla madre adottiva. Il destino di Anania sarà comunque segnato dall’ossessiva ricerca della madre, disprezzata e amata. La ritroverà, ridotta alla fame e segnata da una vita disonesta, e tenterà di legarla a se come se entrambi dovessero espiare una pena comune. Sarà la madre a porre fine all’insana ossessione del figlio, arrivando all’estremo sacrificio per liberarlo dalla condanna che volle auto infliggersi di fronte al mondo, all’amore e alla felicità. Cenere, scritto nel 1904, fa parte dei romanzi della maturità artistica della Deledda. In esso sono presenti tutti gli elementi che l’hanno resa famosa e meritevole del Nobel, primo fra tutti il perfetto compenetrarsi tra i personaggi, con i loro caratteri singolari, e il paesaggio sardo magnificamente descritto. Dal romanzo, nel 1916, fu tratto un film interpretato da Eleonora Duse con la regia di Fabio Mari.
Grazia Deledda nasce a Nuoro nel 1871, in una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Interrotti gli studi precocemente, la giovane Grazia approfondisce da autodidatta la sua passione per la letteratura, giungendo a pubblicare alcuni suoi racconti sulla rivista L¿Ultima Moda, a soli 19 anni. Nel 1900 si trasferisce a Roma con il marito, conosciuto a Cagliari l¿anno prima: rimarrà nella città fino alla morte, avvenuta nel 1936. E¿ proprio nella capitale che i suoi capolavori vedono la luce: Elias Portolu (1903), Cenere (1904), L¿Edera (1908), L¿incendio nell¿oliveto (1918), Il segreto di un uomo solitario (1914), Canne al vento (1913), Marianna Sirca (1915), Il Dio dei viventi (1922), e infine Cosima, pubblicato postumo. Ma è il 1926 a rappresentare una data significativa per la scrittrice, chiamata a ritirare il premio Nobel per la letteratura: Grazia Deledda, prima donna a ricevere tale onorificenza, fu premiata per la sua prosa idealisticamente ispirata che con chiarezza plastica dipinge la vita della sua isola nativa e con profondità e simpatia si confronta con i problemi umani in generale.
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