Dalle misurazioni del cranio alla "negritudine della Calabria". Dall'emigrazione all'inferiorità dei meridionali. Un saggio che ricostruisce il passato e presente divario tra nord e sud. "Il comportamento melanconico del calabrese, che nel più vasto contenitore del meridionale assumerà i caratteri dell'eccitabilità dell'io, era presente già in Galanti nella tristezza dei riti funebri, come in molti viaggiatori del periodo romantico". Lombroso riprende questo antico stereotipo per rinviarlo, come dato naturale, all'inferiorità biologica delle popolazioni. Alla patologia melanconica, noterà Niceforo, sono riconducibili l'ozio, la sporcizia e la violenza. Mancano le strade e le fontane oltre ai bagni, le bestie vivono nelle strade dove spesso muoiono di fame, le scuole non portano a nulla, la religione è superstizione e la giustizia è corrotta come lo sono gli amministratori, la medicina ancora dedita alla pratica del salasso ad opera dei barbieri. La sensazione di trovarsi davanti a piccoli selvaggi seminudi, i bambini che chiedono l'elemosina e che si accoccolano ai raggi ardenti del sole.