"Il vero cappio stretto sul mio collo verminoso legato al siliquastro fiorito, non è di corda ruvida, ma di smarrita promessa, di speranza spenta". Dopo il successo del suo "Et homo factus est", imperniato sulla figura di Simon Pietro, l'Autore si cala adesso nell'abisso di un'anima da sempre inquieta e ambigua ma rifiutando le caricature, le storielline da buoni e cattivi con cui si liquida un personaggio che invece scuote e provoca ciascuno di noi. "Ciò che amavo di più" è il titolo emblematico dell'opera; immaginata come un diario intimo, sincero, scritto con penna ammirevole e coinvolgente. La poesia, più della teologia, riesce a cogliere e raccontare le molteplici sfumature dell'umano.