Il cinema rappresenta una delle avventure più straordinarie della modernità, sintesi di processi storici, culturali e sociali, che a tutt'oggi mantiene intatta la sua incomparabile capacità di alimentare l'immaginario collettivo. Siamo nel tempo dell'iperspettatore, simbolo di un nuovo pubblico multimediale, più assuefatto al fare che al sentire; un consumatore in grado di manipolare contenuti audiovisivi passando da uno schermo all'altro, apparentemente disamorato della sala cinematografica, culla delle immagini in movimento. Tuttavia nella generazione dei giovanissimi s'intravede un parziale cambio di registro. Questo libro si propone di indagare come e quanto le sperimentazioni indotte dall'evoluzione tecnologica hanno modificato i comportamenti della sua fruizione, e spiega il valore della sala come luogo elettivo dell'esperienza filmica, soprattutto ora che il grande schermo è stato spento a causa dell'emergenza pandemica. Ben vengano le 'nuove visioni', frutto della correlazione tra innovazione e consumi, ma la vera sfida oggi è recuperare una dimensione contemplativa e critica. Un approccio necessario per la comprensione del film come opera, un doveroso riconoscimento all'autorialità. Sandra Telve (1979) è laureata in Strategie di comunicazione. L'interesse per le altre culture la conduce dapprima all'approfondimento delle lingue straniere, poi allo studio delle diverse forme di comunicazione. Il fortunato approccio con quella cinematografica, grazie a un illuminante seminario sul potere espressivo del cinema, è all'origine della ricerca che ha dato vita a questo saggio.
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