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Gli ultimi testimoni del grande conflitto mondiale che segnò la storia del secolo scorso sono gli ottantenni di oggi ossia quanti, all’epoca del passaggio del fronte, non erano altro che piccoli bambini: cinni di guerra. Cinni perché questa breve raccolta di storie, oltre ad avere escluso coloro – ormai pochi – che erano già adolescenti, ha dato anche una limitazione geografica: Bologna, la città, la collina e la sua pianura investite fra il 1943 e il 1945 dal lento passaggio del fronte. «Ognuno, per così dire, ha la sua guerra…» spiega Antonio Faeti nelle sue righe introduttive; in queste…mehr

Produktbeschreibung
Gli ultimi testimoni del grande conflitto mondiale che segnò la storia del secolo scorso sono gli ottantenni di oggi ossia quanti, all’epoca del passaggio del fronte, non erano altro che piccoli bambini: cinni di guerra. Cinni perché questa breve raccolta di storie, oltre ad avere escluso coloro – ormai pochi – che erano già adolescenti, ha dato anche una limitazione geografica: Bologna, la città, la collina e la sua pianura investite fra il 1943 e il 1945 dal lento passaggio del fronte. «Ognuno, per così dire, ha la sua guerra…» spiega Antonio Faeti nelle sue righe introduttive; in queste pagine se ne raccontano tante di piccole guerre, senza assolutamente la necessità di un rigore storico. «Quanto mi sono divertita durante la guerra – ha confessato una signora – mi sembrava una favola…», si è piuttosto cercata quella favola, quel mondo ingenuo che, anche quando non era affatto divertente, era comunque raccontato così come visto dagli occhi, sentito dalle orecchie, annusato, gustato e toccato dalle mani e dalla fantasia dei bambini. Oltre un centinaio di racconti brevi e meno brevi che dalla loro consueta dimensione orale, utile per essere reinventati a piacimento e ripetuti a figli e nipoti, abbiamo voluto riportare in queste pagine così da essere conservati ancora a lungo. «Di notte dormivamo nel rifugio sulla terra e la terra era fredda gelata…» I bambini dai cinque ai quattordici-quindici anni che assistettero a Bologna, o nei suoi dintorni, al passaggio del fronte nel 1943-45 sono i nostri cinni di guerra. Ultimi testimoni di quella che fu la più grande tragedia del secolo scorso, gli ottantenni di oggi conservano e ci riportano immagini di mesi tragici, di sofferenze, di paure, ma anche di spensieratezze, di giochi e di ingenua incomprensione rispetto a tutto quello che stava accadendo attorno a loro. Una guerra non guerreggiata ricordata attraverso emozioni forti, fantasie o tragiche quotidianità: immagini lontane che gli anni hanno in parte cancellato e confuso oppure, al contrario, rafforzato attraverso innesti successivi di altri racconti o di letture. Sono queste le memorie e le fantasie dei bimbi che videro passare il fronte.