Con ben cinquant'anni di anticipo sul classico "A sangue freddo" di Truman Capote (1966) e quasi un secolo prima de "L'avversario" di Emmanuel Carrère (2000), Annie Vivanti firma un precoce esempio di "romanzo-verità", raccontando la vita di una donna che nel 1910 aveva sedotto e inquietato l'opinione pubblica italiana. Maria Tarnowskaja (1877-1949), con la sua vita dissoluta, i suoi molteplici amanti e i crimini in cui era coinvolta, rappresenta un personaggio di estremo interesse per l'autrice. Così, dopo aver seguito il processo per l'omicidio del conte Pavel Kamarovsky (consumatosi a Venezia nel 1907), la scrittrice si reca al penitenziario di Trani in cui la femme fatale russa sconta una pena di otto anni. Avrà così modo di ricevere il quaderno di memorie della donna, grazie a cui comporrà questo libro straordinario. -
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