Un lunatico e rancoroso Gastarbeiter fa ritorno al luogo natio, una cittadina dell’Erzegovina, dove smarrisce subito il gatto nero a cui è morbosamente legato. L’intera cittadinanza, allettata dalla promessa di una lauta ricompensa, è coinvolta nella folle ricerca del felino, emanazione infernale di bulgakoviana memoria, attorno alla quale si scatena una ridda di episodi esilaranti e tragici al tempo stesso. Ma a sovvertire il precario equilibrio della piccola comunità, già dilaniata da acredini e invidie intestine, non concorrono soltanto il gatto Bonny e i venti di una guerra fratricida, con le sue esecuzioni sommarie, le deportazioni, le fughe precipitose, i vaneggiamenti nazionalistici e il venire alla ribalta di nuova generazione di “patrioti” a cui vengono affidate le mirabili quanto fragili sorti future. Sarà un innocuo, disperato trastullo – una giostra che gira senza interruzione sulla piazza – a segnare l’irruzione dell’assurdo, ovvero la clamorosa assenza di significato della Storia, nel suo stesso ripetersi all’infinito.Epopea grottesca e satira corrosiva della “rinascita croata” degli anni novanta, questo racconto a più voci esprime tutta la potenza simbolica di un estro narrativo che, in accordo con la migliore tradizione letteraria balcanica, preferisce il rovescio del mondo al suo diritto, svelando quanto siano labili i confini di una rassicurante identità privata o collettiva.Ivica Djikić, trentenne giornalista e scrittore croato, è una delle voci nuove e più originali della letteratura della ex Jugoslavia. A lungo redattore del celebre settimanale politico-satirico “Feral Tribune”, con Cirkus Columbia si è aggiudicato il prestigioso premio Selimović nel 2003.