Gli umani viventi non ricordano, a propria memoria, un evento di natura globale come la pandemia da Covid-19 che ha imperversato sul pianeta all’inizio del 2020. Le precedenti pandemie non hanno avuto, quale ricaduta, la necessità di immaginare come organizzare le città per difenderle da nuove tipologie di rischio territoriale, se non episodicamente. Mai le città hanno risposto riorganizzandosi per arginare gli effetti drammatici e tragici del contagio, lasciando perdurare e stabilizzando gli esiti di tale riorganizzazione spaziale e funzionale, anche se parzialmente, in quanto occasione di oggettivo miglioramento del modo di vivere dei loro abitanti. La pandemia, come tutti i rischi territoriali, avrà un contraccolpo verso lo sviluppo, a valle delle macerie prodotte. Da essa nasceranno città e loro intorni in area vasta migliori, più efficienti e solidali, sulla base di piani urbanistici e territoriali, disciplinarmente rinnovati. La mobilità e i trasporti diventeranno sempre più sostenibili. Si attrezzeranno nuove forme di pianificazione dell’emergenza per far fronte, in tempo reale ed efficacemente, ad ogni evenienza sanitaria. Lo spazio pubblico ne uscirà rigenerato sotto il profilo della nuova progettualità e sua progressiva implementazione. Salute e benessere acquisiranno un maggiore protagonismo nell’amministrazione della collettività. Nel volume vengono commentati i sei contenitori concettuali, di approfondimento e ricerca, in cui si articola il presente libro.