Sembra che le persone abbiano una sorta di riverenza nei confronti della matematica, come se il fatto di capirla poco dipendesse da una specie di colpa intellettuale della gente comune. Ma questa riverenza non ha alcun fondamento e di fatto allontana le persone dagli aspetti educativi importanti della matematica, accessibili a tutti. Dobbiamo perciò imparare ad essere irriverenti se vogliamo che l’apprendimento della matematica non sia privilegio di pochi fanatici e sia precluso agli altri. In questo libro si esemplificano possibili colloqui tesi a questo fine tra Giulio, un nonno impertinente, la figlia Livia, professoressa di matematica nella scuola media e il nipote Salvo che frequenta la scuola media. Tre persone che parlano fra loro discutendo le ipotesi, i modi abituali di trattare i problemi e le strategie mentali adottate rinunciando ad essere riverenti rispetto alla disciplina.