All’alba del 3 agosto 1492, un venerdì, tutta Palos era sveglia, in piedi, inquieta la gente, in ogni volto si leggeva angoscia mista a tristezza. Ognuno in città aveva qualcuno imbarcato: chi il padre, chi il figlio, oppure un fratello o il marito se non un amico che partiva per quell’avventura verso una meta incerta, in un mare sconosciuto, mai navigato. E l’ansia accumulata, cresciuta di giorno in giorno, mano mano che si avvicinava l'ora di alzare le vele, al momento dell’imbarco scoppiò in pianti a dirotto e in singhiozzi di disperazione. Inizia un’avventura straordinaria: la prima traversata dell’Atlantico di 120 uomini a bordo di tre caravelle (la più grande era lunga 22 metri e larga 7) inadatte ad affrontare l’Oceano sconosciuto. Un viaggio estenuante verso l’ignoto, sole, mare, alghe, i marinai che vogliono tornare indietro e, finalmente, terra: esplorazioni, i contatti con gli Indios, le meraviglie delle nuove terre, le Bahamas, Cuba, Santo Domingo, la convinzione di essere giunto nelle parti del Cipango, il Giappone. Colombo lascia un presidio di 39 uomini sull’ultima isola ed affronta il ritorno: una traversata piena di pericoli, una lunga tempesta, rischia il naufragio, ma dopo circa 8 mesi dalla partenza rientra in Europa.
Il mondo non sarà più lo stesso: un continente immenso entra in contatto con la civiltà occidentale.
Il mondo non sarà più lo stesso: un continente immenso entra in contatto con la civiltà occidentale.