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Trent’anni di cavalli top class e di guidatori a cinque stelle. Dal mitico Varenne al giovane napoletano Antonio Di Nardo, vincitore di quattro frustini d’oro, due Superfrustini, del Derby d’Italia e di corse classiche che punta a diventare il driver numero 1 in Italia. Gli mancava il Lotteria, lo ha vinto e conquistato quest'anno, edizione numero settantacinque della corsa di maggiore fascino del calendario ippico italiano: imitato e raggiunto il fratello Gaetano vincitore nel 2010. La famiglia Di Nardo (padre macellaio e tre figli driver), alter ego al superpotere che il team emiliano di Ale…mehr

Produktbeschreibung
Trent’anni di cavalli top class e di guidatori a cinque stelle. Dal mitico Varenne al giovane napoletano Antonio Di Nardo, vincitore di quattro frustini d’oro, due Superfrustini, del Derby d’Italia e di corse classiche che punta a diventare il driver numero 1 in Italia. Gli mancava il Lotteria, lo ha vinto e conquistato quest'anno, edizione numero settantacinque della corsa di maggiore fascino del calendario ippico italiano: imitato e raggiunto il fratello Gaetano vincitore nel 2010. La famiglia Di Nardo (padre macellaio e tre figli driver), alter ego al superpotere che il team emiliano di Ale Gocciadoro, allenatore e driver, manifesta in Italia e all’estero. Il giudizio è unanime: Varenne viene ritenuto il più grande trottatore di tutti i tempi, quello ha guadagnato di più e da stallone ha prodotto oltre duemila soggetti da corsa. L’incredibile storia del cavallo che ha messo il mondo in riga. Questo viaggio tra cavalli e corse al trotto principia proprio dove Varenne è venuto al mondo. L’allevamento dello Zenzalino a Copparo (Ferrara). Nato da un parto complicato, da puledro non attrasse nessuno. Il brutto anatroccolo poi diventato cigno, grazie all’intuizione del driver romano Minucci. “Com’è bello darsi all’ippica” propone storie come queste, intense, ricche di suggestioni, godibili. Romanzi più che racconti, a sublimare una disciplina sportiva gonfia di sottigliezze e finezze tecniche, decisamente proibite per tutti coloro cui viene rivolto l’invito antico “datti all’ippica”, come estremo rifugio perché nella vita altro non riesce a fare. Ma la vera ippica non è privilegio di tutti. E questo lavoro ne è la testimonianza emozionata e palpitante.