Ogni ricetta ha qualcosa da raccontare: la maniera di prepararla, di aggiungere qualcosa che viene dall’esperienza e dal gusto personale, la situazione in cui si è cucinata e consumata la pietanza. Certo, il modo più suggestivo per imparare una nuova preparazione culinaria è quello di farsela insegnare e raccontare da qualcuno. Oggi succede assai meno frequentemente di una volta. In questo libro gli autori si immergono nei propri ricordi legati alla cucina e con i cinque sensi hanno ritrovato racconti d’infanzia e le suggestioni della gioventù, i forti legami di famiglia e di comunità di ieri. I nostri scrittori si sono ispirati alla loro autobiografia collocando molti passi dei loro racconti nel crocevia di storia, economia, geografia, storia sociale, affiancando sentimenti e creatività, insieme ad una forte capacità di scrivere bene e in modo disinvolto. Molti racconti sono ricordi d’infanzia: madri, suocere, nonne, zie sono le protagoniste delle storie. Nelle loro cucine, con piglio severo o dolce, ma sempre con competenza e sicurezza. Poi ci sono i ricordi di terre diverse, di miseria e di fame. Infine, scene di vita, di viaggi, d’affetti, di aneddoti rivisti e raccontati con vivacità. Un libro a metà tra un ricettario e una raccolta di racconti autobiografici: per commuoversi, sorridere e… imparare a cucinare. Una ricetta non è soltanto una lista di ingredienti e di procedure, ma è anche un insieme di emozioni legate a ricordi, a persone e a cose. Ogni ricetta è un’emozione che riesplode forte ogni volta che la prepariamo, che sentiamo quel sapore e quei profumi. E poi… siamo scrittori, e quindi non mancano le ricette per scrivere, i consigli per cucinare le parole e sfornare un racconto, un romanzo, una storia, quella storia che c’è in ognuno di noi.