La trama, benché di fantasia, si ispira ad un progetto reale e a breve termine: l’invio di un numero limitato di persone su Marte. Lo scopo è di colonizzare il pianeta rosso. I coloni non sono astronauti professionisti, bensì persone normali, selezionate fra migliaia di candidati e poi opportunamente addestrate. Il biglietto è di sola andata. Gli esperti del progetto hanno calcolato tutto, tranne l'eventualità che uno dei coloni possa compiere un delitto. Questo breve romanzo prova a ipotizzare cosa accadrebbe se uno dei coloni commettesse un omicidio. Non ci sono strumenti per svolgere indagini. Non c'è una prigione. E nessuno aveva pensato di dover costruire un cimitero così presto. Puoi portare via l'uomo dalla Terra, mandarlo a costruire un "nuovo mondo" altrove, ma non puoi portare via la natura umana dall'uomo, perché le sue imperfezioni lo seguiranno ovunque. Il finale è insolito. "Come morire su Marte" è un racconto, non un romanzo. Inizialmente scritto come sceneggiatura per un film, è stato poi trasformato in racconto.