Il presente lavoro propone una rivisitazione della psicologia e del pensiero di Carl Gustav Jung alla luce degli studi più recenti e dell'esame delle Opere in lingua tedesca. Il percorso si snoda attraverso una serie di temi centrali per l'Autore, quali l'analisi dei sogni, il problema del Male, il confronto con l'Ombra e, in dialettica con Freud, la pulsione di morte. Benché la psicologia di Jung, come ha ben osservato lo studioso S. Shamdasani, si delinei in maniera autonoma rispetto alla prospettiva freudocentrica, tuttavia chi scrive ha ritenuto opportuno non abbandonare del tutto la comparazione con Freud, ponendo in luce, attraverso una disamina dell'Epistolario per buona parte in lingua originale e attraverso un serrato confronto con la filosofia, analogie e differenze di pensiero, nonché differenti modi di intendere il simbolo fra poiesi e omeostasi. In quest'ottica, è stata fondamentale la lettura condotta da Mario Trevi i cui studi si sono tenuti in debita considerazione nella stesura di questo saggio. Si è cercato, inoltre, di non tralasciare il versante femminile della filosofia, sperimentando una tensione dialogica tra la psicologia complessa e il pensiero di M. Zambrano e S. Weil. L'ultima parte del volume si concentra sulla storiografia e sulle traduzioni: in particolare, si è inteso restituire per la prima volta la versione italiana di alcuni passi appartenenti all'opera di un autore da lungo tempo obliato soprattutto in Italia: lo psicoanalista Franz Beda Riklin che aveva sposato una cugina di Jung ed aveva lavorato a stretto contatto con il padre della psicologia complessa, serbando una certa consonanza di temi e vedute. In particolare, il concetto di simbolo presenta straordinarie analogie, ma anche significative differenze, nella trattazione di Riklin e in quella di Jung.
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