Nel 1935 il Premio Nobel per la Fisiologia e Medicina fu assegnato a Hans Spemann per le ricerche che permisero la scoperta dell’organizzatore embrionale. Gran parte degli esperimenti che portarono a quello straordinario risultato furono svolti nel laboratorio dell’Istituto di Zoologia dell’Università di Friburgo, di cui Spemann era il direttore, nel periodo tra il 1920 e il 1924. Durante questo lasso di tempo erano presenti nel laboratorio Otto Mangold e Fritz Baltzer, assistenti di Spemann, e tre dottorandi: Hans Holtfreter, Victor Hamburger e Hilde Proescholdt (che sposerà Otto Mangold). In questo romanzo vengono descritti gli esperimenti che con logica stringente e razionalità scientifica furono condotti in quel laboratorio e i rapporti umani tra i diversi ricercatori che, con modalità diverse, contribuirono al successo che la scuola di Spemann ebbe nella prima metà del secolo scorso. Tutti (ad eccezione di Hilde, vittima di un tragico incidente) diventarono scienziati di fama nell’ambito dell’embriologia sperimentale del secolo scorso. Il capello biondo fa riferimento alla povertà degli strumenti utilizzati per la realizzazione di quei fondamentali esperimenti a causa delle ristrettezze economiche della Germania di quel periodo. In particolare con i capelli biondi di Margrethe, figlia di Spemann, si costruirono le anse utilizzate per la manipolazione degli embrioni. Gli avvenimenti narrati sono frutto di documentazioni storiche e testimonianze lasciate dagli stessi protagonisti.