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Fino alla sua caduta (9 novembre 1989), il Muro ha rappresentato la divisione in due di Berlino ma anche il confine visibile fra due ideologie, due concezioni di società, due mondi. Berlino Ovest affacciata su un Occidente libero, Berlino Est intrappolata nel socialismo reale di stampo sovietico. Simbolo dell’escalation della Guerra Fredda, il Muro si prolungava attraverso recinzioni, fossati e sorveglianza armata, lungo tutto il confine fra le due Germanie nate dopo la seconda guerra mondiale. La “striscia della morte” per trent’anni ha separato i destini di intere famiglie; e lì si sono…mehr

Produktbeschreibung
Fino alla sua caduta (9 novembre 1989), il Muro ha rappresentato la divisione in due di Berlino ma anche il confine visibile fra due ideologie, due concezioni di società, due mondi. Berlino Ovest affacciata su un Occidente libero, Berlino Est intrappolata nel socialismo reale di stampo sovietico. Simbolo dell’escalation della Guerra Fredda, il Muro si prolungava attraverso recinzioni, fossati e sorveglianza armata, lungo tutto il confine fra le due Germanie nate dopo la seconda guerra mondiale. La “striscia della morte” per trent’anni ha separato i destini di intere famiglie; e lì si sono consumate storie avventurose e tragiche, tentativi di fuga riusciti e altri soffocati nel sangue. La fuga più spettacolare e incredibile dalla Germania Est avvenne in mongolfiera e vide protagoniste le famiglie Wetzel e Strelczyk. Questo libro ricostruisce quegli anni e racconta quella e decine di altre fughe, con un’intervista esclusiva a Günter Wetzel, protagonista di quella pazzesca evasione a bordo di un pallone aerostatico.
“Il Muro, non ha solo diviso uno spazio ma anche il tempo”. (Alexandra Hildebrandt)
“La Germania Est è stato un Paese dalle possibilità limitate, che poneva limiti non richiesti: mentali, ideologici e fisici, contro lo sviluppo individuale di ogni singola persona”. (Gordon Freiherr von Godin)
“Muri, confini, frontiere non fanno parte di un territorio, non fanno parte di un paesaggio. È l’essere umano a costruirli”. (Viviana Trentin)