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Per Danilo Micheli viaggiare significa non appartenere, essere svincolato da leggi e territorio, completamente libero nel luogo in cui si trova. Appena le regole, gli indirizzi, le abitudini lo imbrigliavano, partiva per nuove direzioni, non spettava ad alcuna Nazione, l’unica seccatura per lui era un passaporto che lo legava all’origine, necessario per varcare frontiere, dove sempre subiamo controlli invasivi. La ragione dei suoi viaggi, delle sue ricerche, fughe, è da ricercare razionalmente forse nel rapporto spazio-temporale che avviene in un percorso che da stanziale non ha, perché così…mehr

Produktbeschreibung
Per Danilo Micheli viaggiare significa non appartenere, essere svincolato da leggi e territorio, completamente libero nel luogo in cui si trova. Appena le regole, gli indirizzi, le abitudini lo imbrigliavano, partiva per nuove direzioni, non spettava ad alcuna Nazione, l’unica seccatura per lui era un passaporto che lo legava all’origine, necessario per varcare frontiere, dove sempre subiamo controlli invasivi.
La ragione dei suoi viaggi, delle sue ricerche, fughe, è da ricercare razionalmente forse nel rapporto spazio-temporale che avviene in un percorso che da stanziale non ha, perché così la vita diventa subito monotona, ripetitiva, ritmata che impedisce in fondo la crescita, la dilatazione di coscienza. Il rapporto spazio-tempo nel viaggio, lo rende intenso, ricco, senza stasi, con ozi fisici contemplativi che fanno da riflessione ai momenti della giornata nei quali non si ha tempo di pensare perché occupanti ed essenziali.
È come se stessimo sempre a scuola di vita, senza essere seduti sui banchi, forzati da far diventare obbligato l’apprendimento e quindi noioso. Lo si potrebbe chiamare apprendimento dinamico, questo! Certo, sarebbe costosa una scuola dell’obbligo così, ma produrrebbe di più in futuro, e sarebbe un investimento della società. Così, pensate… potremmo addirittura scegliere un’attività, cosa intraprendere per noi… perché… ci piacerebbe, non saremmo costretti a subire lavori scomodi, ma contenti di produrre, di partecipare alla costruzione dell’umanità, di fare pause senza essere obbligati ad andare in vacanza per divertirci, per riposare, perché diventerebbe un’azione unica e indivisibile: vivere con consapevolezza.