Il testo di Vito Labita sembra esplorare e criticare il contemporaneo "culto del corpo", un fenomeno che ha sostituito, in parte, le credenze religiose tradizionali e i valori spirituali, concentrandosi invece sull'apparenza fisica e sul benessere estetico. Il passo iniziale, in cui viene citato il "corpo perfetto", è un richiamo ironico alla costante ricerca della bellezza fisica che permea la società odierna, come se questa fosse l'unica preoccupazione rilevante, sostituendo i valori spirituali o morali. Labita accenna al fatto che, mentre in passato il corpo era spesso oggetto di sacrificio o di cura marginale, oggi è venerato in ogni sua forma e dettagliato attraverso pratiche come l’esercizio fisico, la chirurgia estetica, la moda e altre forme di cura esterna. In questo senso, la società moderna sembra dare maggiore importanza all’apparenza fisica piuttosto che alla spiritualità o alla moralità, tanto che il "corpo perfetto" diventa quasi un obiettivo di vita.
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