La principessa Cristina di Belgiojoso ebbe modo di mostrare tutto il suo intraprendente e coraggioso carattere durante lo scoppio dell’insurrezione milanese del 1848, le famose Cinque giornate di Milano. Trovandosi a Napoli, al momento dell’insurrezione lasciò la città partenopea per dirigersi verso nord, dove gli scontri divampavano. Noleggiò una nave a sue spese e reclutò quasi duecento volontari armati, i quali raggiunsero Genova prima di partecipare alla rivolta antiaustriaca. Grande patriota, quando la salute l’abbandonò si dedicò quasi unicamente alla condizione femminile, per cercare di dare alle altre donne, quel coraggio che a lei non era mai mancato. L’obiettivo di questo libro è quello di dimostrare come l’uomo, per colpa dei pregiudizi, degli usi e dei costumi delle varie epoche storiche, abbia nei secoli sottovalutato la vera forza della donna. La storia, la quale è stata scritta interamente dagli uomini, ha dato risalto, quasi interamente, alle opere compiute dall’uomo. Nonostante le donne abbiano vissuto per tanti secoli in una condizione di subordinazione al sesso maschile, vi sono state delle figure femminili di grande spessore che, con il loro contributo in campo politico o sociale, hanno tentato di migliorare la società che le circondava. Eppure, la storiografia tende a considerare questi contributi meno importanti rispetto a quelli maschili. Poullain de La Barre nelle sue opere scrisse che bisogna esaminare, con la propria coscienza e ragione, tutto ciò che ci viene detto; dobbiamo dubitare quindi pure degli storici, perché non sempre essi riportano la realtà esatta dei fatti o, comunque, non dobbiamo fermarci alla prima immagine che ci viene imposta come quella veritiera; occorre, dopo aver analizzato bene i fatti, giudicare con i propri occhi quello che ci viene insegnato. Sono consapevole del fatto che il pensiero di Poullain non sia sempre realizzabile. La Principessa Cristina ha legato amicizie profonde con molti uomini, che come lei, hanno denunciato la condizione di grave disagio nella quale si trovava la donna all’interno della società italiana. Ella ha, poi, manifestato e lottato per tutta la sua vita, per un grande obiettivo e cioè per raggiungere non solo l’indipendenza ma anche la democrazia in Italia, la quale avrebbe consentito a tutti i cittadini, a prescindere dal sesso, la parità dei diritti; è questo che l’ha resa una persona speciale. Inoltre, grazie alla sua disponibilità economica e alla sua cultura, ha potuto dare un grosso aiuto ai contadini e ai bambini di Locate; poche persone appartenenti all’alta aristocrazia di Milano come lei, lo fecero. Tutt’oggi, a Locate, la Principessa viene ricordata e apprezzata per questi gesti. Tuttavia, più di Cristina, hanno avuto notorietà altre donne, come ad esempio una certa Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, una cugina acquisita di Cavour, alla quale lo statista affidò l’incarico di sedurre Napoleone III, in modo da sensibilizzarlo alla causa italiana. Dopo che la donna compì la missione fu ricoperta di onorificenze, sussidi, successo e altro ancora, tutto quello che, invece, non ottenne, Cristina; quasi a voler ribadire che le donne non avessero alcuna utilità, secondo gli uomini, se non quella derivante dalla loro bellezza.