«Uno spazio simbolico di etere, situato macroscopicamente nell'empireo e microcosmicamente nel ventricolo sinistro del cuore, uno spazio in cui sono iscritte tutte le parole, le azioni, i pensieri dell'uomo, tutti gli esseri e gli eventi del mondo. Questo spazio, questo specchio magico è letto dagli iniziati» (Pierre A. Riffard). Nel pensiero teosofico, ogni essere ha la capacità di vibrare, questa vibrazione può essere ricevuta e registrata nella cronaca dell'Akasha. Annie Besant, nel 1907, fa un parallelo con la telegrafia senza fili, quando oggi preferiremmo fare il confronto con le registrazioni su un disco rigido del computer. Si potrebbe avere accesso a questi archivi in trance o sotto ipnosi. Rudolf Steiner continua la sua ricerca in questa cronaca spirituale per rinnovare la comprensione dell'azione di Cristo nell'evoluzione umana. Da questa ricerca scaturiranno molti cicli di lezioni, specialmente su un quinto Vangelo, perché la cronaca contiene la versione originale dei testi sacri e anche i loro diversi livelli di lettura. La cronaca dell'Akasha presenta analogie con l'inconscio collettivo proposto da Jung e così riassunto da Gerhard Adler: "L'inconscio collettivo è il deposito costituito da tutta l'esperienza ancestrale per milioni di anni, l'eco degli eventi della preistoria, e ogni secolo aggiunge una quantità infinitesima di variazione e differenziazione».
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