«Lo zio Nino quando è tornato con i calli sulle mani dall’Arsia ha atrofizzato la lingua italiana ed ha iscritto il più piccolo alla scuola croata senza titubare, cosicché Dario frequenta la quinta italiana e Mario la prima croata. Dario sarà forse italiano, Mario sarà croato e col tempo andrà fino alle estreme conseguenze, o si fonderà totalmente nella maggioranza, oppure, chissà, da pensionato, succede spesso anche questo, libero dai lacci della professione, si libererà anche della lingua del pane e tornerà a essere se stesso e si ricongiungerà con la propria eredità. Noi liberati siamo inclini ai giri di valzer». La condizione degli italiani rimasti in Istria dopo l’annessione alla Jugoslavia, la loro psicologia intima, il dissidio perenne tra identità e conformità, la precarietà di ogni loro riferimento sono scandagliate con straniante finezza e con punte di esilarante comicità in questi racconti. Sia per chi ha vissuto la frattura della Storia da adulto, sia per chi è nato e cresciuto col vuoto alle spalle, nel nuovo paesaggio sociale e umano, tutti accomunati da un’esistenza provvisoria, un passato pieno di lacune e un futuro precario, ciò che è in gioco è l’esito finale di un’implacabile partita tra memoria e oblio.
La partita è il terzo e ultimo volume della Cronaca delle Baracche, trilogia che ripropone tutta l’opera narrativa – arricchita da numerosi inediti – di Nelida Milani, una delle voci più significative della letteratura degli italiani dell’Adriatico Orientale.
La partita è il terzo e ultimo volume della Cronaca delle Baracche, trilogia che ripropone tutta l’opera narrativa – arricchita da numerosi inediti – di Nelida Milani, una delle voci più significative della letteratura degli italiani dell’Adriatico Orientale.