“Di notte la grande città. Di notte la paura. Entrare nella propria casa di notte, e guardarsi alle spalle. I rumori amplificati dalla paura. L’ascensore che sale, di notte, chi porta, chi bussa alla porta, sempre di notte. Alzarsi, verificare che l’allarme dell’antifurto sia inserito, ci sono tante lucette rosse, anche sinistre, nella notte. Un fruscio sospetto, forse il vento, o il ladro che s’arrampica sui pluviali. Ecco! Si è fermato. Forse era il vento, una porta che sbatte; peccato, peccato proprio che i vicini molesti siano via stanotte. A volte potrebbero riuscire anche simpatici, darti una mano, chissà. E se il rumore viene dalla loro casa incustodita, chi può saperlo. Affacciarsi al balcone, conviene? Nella notte non conviene niente, si sentono le sirene delle macchine della polizia, delle ambulanze, dei pompieri, di notte sono più laceranti, e ti coinvolgono. Dove andranno stanotte, che è successo? A volte si fermano qua vicino e corri alla finestra per capire, per sincerarti di una sola cosa: che non siano qui per te, per il palazzo che va in fumo, per qualcuno che scappa sparando”.