Il nostro volume si pone un duplice obiettivo: illuminare la relazione fra lingua, cultura e ideologia, offrendo al contempo uno strumento per la non facile lettura del vocabolario. “Lettura”, come per Solženicyn, e non “consultazione”, perché il vocabolario è un «“macrotesto”, a dominante metalinguistica, articolato in “microtesti”» (Gobber) e la sua interpretazione richiede sia competenza tecnica sia acutezza ermeneutica.
L’obiettivo di introdurre alla lettura del vocabolario si applica qui in particolare alla lessicografia italiana e russa: destinatari del volume sono infatti soprattutto i russisti italiani, ma non solo, giacché l’ampiezza del tema è tale da interpellare la lessicografia delle principali lingue europee (si vedano i saggi di Gobber e Gatti).
Leggere il vocabolario non è facile, bisogna fare i conti con tecnicismi (entrata, eteronimo ecc.), numerose categorie semantiche e grammaticali, sigle ecc. E se l’operazione risulta complessa con i vocabolari della propria lingua, ancor più lo è quando si affrontano dizionari bilingui o stranieri. Tutto ciò può essere superato acquisendo una buona competenza tecnica, ma esiste un altro tipo di difficoltà che richiede una preparazione più ampia e profonda di quella tecnica: conoscenza e familiarità con il contesto culturale in cui sono stati prodotti i testi a cui il vocabolario fa riferimento sono infatti necessarie per ricostruire in modo inferenziale gli impliciti culturali del lessicografo, presenti nel suo processo interpretativo.
Questo secondo tipo di competenza è particolarmente importante quando incontriamo parole “delicate” (Marello-Masla) o “sensibili”, ossia le parole chiave culturali, descrivendo le quali emergono le preferenze del lessicografo, le sue convinzioni politiche, appartenenza sociale, formazione culturale – e, perché no, anche inclinazioni sportive –: in sintesi il suo inevitabile coinvolgimento nel mondo testuale della comunità di appartenenza (Gobber). Qui descrivere e definire il contenuto di una parola diventa un atto d’interpretazione culturale. La definizione è infatti «una presa di posizione sulla realtà, condivisa entro una determinata comunità linguistica e la sua cultura di riferimento» (Gatti); e poiché la comunità linguistica stabilisce come debba essere inteso il significato delle parole, la definizione ha una natura eminentemente argomentativa. Diventa quindi necessario approfondire la struttura delle singole voci dizionariali, perché spesso contengono una componente implicita che va esplicitata, soprattutto là dove affonda le sue radici in credenze o conoscenze, convinzioni e ideologie.
L’obiettivo di introdurre alla lettura del vocabolario si applica qui in particolare alla lessicografia italiana e russa: destinatari del volume sono infatti soprattutto i russisti italiani, ma non solo, giacché l’ampiezza del tema è tale da interpellare la lessicografia delle principali lingue europee (si vedano i saggi di Gobber e Gatti).
Leggere il vocabolario non è facile, bisogna fare i conti con tecnicismi (entrata, eteronimo ecc.), numerose categorie semantiche e grammaticali, sigle ecc. E se l’operazione risulta complessa con i vocabolari della propria lingua, ancor più lo è quando si affrontano dizionari bilingui o stranieri. Tutto ciò può essere superato acquisendo una buona competenza tecnica, ma esiste un altro tipo di difficoltà che richiede una preparazione più ampia e profonda di quella tecnica: conoscenza e familiarità con il contesto culturale in cui sono stati prodotti i testi a cui il vocabolario fa riferimento sono infatti necessarie per ricostruire in modo inferenziale gli impliciti culturali del lessicografo, presenti nel suo processo interpretativo.
Questo secondo tipo di competenza è particolarmente importante quando incontriamo parole “delicate” (Marello-Masla) o “sensibili”, ossia le parole chiave culturali, descrivendo le quali emergono le preferenze del lessicografo, le sue convinzioni politiche, appartenenza sociale, formazione culturale – e, perché no, anche inclinazioni sportive –: in sintesi il suo inevitabile coinvolgimento nel mondo testuale della comunità di appartenenza (Gobber). Qui descrivere e definire il contenuto di una parola diventa un atto d’interpretazione culturale. La definizione è infatti «una presa di posizione sulla realtà, condivisa entro una determinata comunità linguistica e la sua cultura di riferimento» (Gatti); e poiché la comunità linguistica stabilisce come debba essere inteso il significato delle parole, la definizione ha una natura eminentemente argomentativa. Diventa quindi necessario approfondire la struttura delle singole voci dizionariali, perché spesso contengono una componente implicita che va esplicitata, soprattutto là dove affonda le sue radici in credenze o conoscenze, convinzioni e ideologie.