“Cybercognitivismo” può essere definito come la psicologia delle truffe: tra quelle online o offline la differenza è che Internet ti rende raggiungibile e nasconde meglio i criminali. Fornisce finalmente una risposta a molte domande: Perché la password più utilizzata è ancora “123456789”? Perché la tecnologia non ci sta salvando? Perché tutti sanno cosa devono fare, ma nessuno lo fa? Una lettura alla portata di tutti che riorganizza la cybersecurity e i bias più importanti tra i centinaia che il nostro cervello usa in ogni istante: automatismi che possono essere sfruttati per accedere al nostro conto corrente o rubare la nostra identità. Uno strumento innovativo, pratico e indispensabile per difendersi dalle frodi in modo efficace.