Nasce come opera esordiente di versi liberi, sia come stile di linguaggio espressivo dell’io, che dall’influenza formativa di una metrica rimata, classica degli anni di scuola ove il pensiero dei grandi poeti occupava la mente del giovane autore, che lentamente si accendeva al sacro fuoco della poesia. Si imposta su due temi importanti: l’amore per una donna, quello più sublime e innocente, e l’alternarsi di innumerevoli sensazioni percepite nel ritmo della vita di ogni giorno, non come semplice spettatore di questa, ma come parte simbiotica e quasi integrante di tutto ciò che ci circonda, sia che abbia vita o anche, che sia solo l’espressione immota della creazione.Paolo Parenti, attualmente in pensione dopo una vita di lavoro come tecnico in una grande industria spaziale, e fin da giovanissimo appassionato per i versi, definiti dall’autore “la mia seconda voce” dopo la parola diretta, spesso povera e insufficiente ad esprimere sensazioni interiori e nascoste. Venticinque poesie scritte dal 1967 al 1977 delle quali alcune, tratte da una primitiva opera giovanile di influenza classica, e mai pubblicata.