Un filo rosso lega banditi, insorgenti e briganti, cioè figure apparentemente molto diverse fra loro: è quello della resistenza, più o meno consapevole, da essi opposta in tempi differenti allo Stato moderno nascente o in via di affermazione. Mentre il banditismo è un fenomeno a metà strada fra l’opposizione passiva e la sollevazione popolare, che raccoglie fra i secoli XVI e XVII soldati disoccupati, disobbedienti fiscali, fuorusciti, protagonisti di conflitti tra fazioni e nobili impoveriti o preoccupati per l’invadenza statale, l’Insorgenza (1792-1814), cioè l’insieme delle resistenze contro la Rivoluzione e contro il regime di Napoleone Bonaparte in Italia e in Europa, è una vera sollevazione popolare. Anche il brigantaggio postunitario è una realtà complessa, in cui rientrano la fedeltà dinastica e la resistenza all’invasore, l’opposizione alla coscrizione obbligatoria e alla pesante fiscalità, antiche tensioni sociali e l’inevitabile delinquenza. Tre momenti distinti ma collegati fra loro e importanti per la storia della nostra Penisola.