C'era una volta la Jugoslavia, che dopo la prima guerra mondiale si chiamava Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, poi Regno di Jugoslavia. Il Paese passò attraverso una tremenda guerra di liberazione dagli invasori nazi-fascisti, che provocò molti lutti e sparse rancori mai sopiti. Nel 1947 nacque la Repubblica socialista federativa di Jugoslavia, con il maresciallo Tito come presidente: uno Stato federale esistito fino al 1991, composto dalle repubbliche di Bosnia Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia e Slovenia. Nel 1991 scoppia la guerra, che porta nell'Europa della fine del XX secolo i crimini contro l'umanità, lo stupro etnico, il genocidio, l'urbicidio, la fuga di milioni di profughi, per concludersi con una pace ingessata, cui è seguita una guerra… "umanitaria". Questa è la storia di quel Paese, anno per anno, giorno per giorno. Un lavoro certosino di ricerca per realizzare un libro fondamentale. "Questo libro ci aiuta a comprendere il presente facendoci conoscere settant'anni e più di passato e ci consente di immaginare, o quanto meno, di auspicare, un futuro possibile. Un futuro che, per quanto mi riguarda, deve comprendere, perché sia tale, due concetti fondamentali: giustizia e diritti". (Riccardo Noury) "La lettura del lavoro di Maran dimostra come gli eventi tragici verificatisi nei Balcani non affondino le loro ragioni in un atavismo tribale, bensì in "semplici" e fin troppo evidenti scontri tra gruppi di potere interni allo spazio jugoslavo e sostenuti da potenti alleati stranieri. A restare stritolati, sfregiati, dilaniati, alla fine sono sempre i popoli, la giustizia e la verità". (Luca Leone)
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