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Tra gli interrogativi che ci poniamo, c’è quello di capire cosa genera l’esistenza del male, soprattutto, quando colpisce persone buone e già sfortunate. D’altro canto come si fa a parlare di una retribuzione corretta del male? Della misura in cui un uomo può averlo «meritato»? E se a deciderlo è il Dio che noi conosciamo, buono e misericordioso, perché dovrebbe dispensare male al suo popolo, senza intervenire sulla sua sofferenza? Il male è realtà positiva nella sua negatività. Si è liberi di essere o di non essere liberi. Il paradosso dell’Olocausto, derivò da questa scelta di libertà…mehr

Produktbeschreibung
Tra gli interrogativi che ci poniamo, c’è quello di capire cosa genera l’esistenza del male, soprattutto, quando colpisce persone buone e già sfortunate. D’altro canto come si fa a parlare di una retribuzione corretta del male? Della misura in cui un uomo può averlo «meritato»? E se a deciderlo è il Dio che noi conosciamo, buono e misericordioso, perché dovrebbe dispensare male al suo popolo, senza intervenire sulla sua sofferenza? Il male è realtà positiva nella sua negatività. Si è liberi di essere o di non essere liberi. Il paradosso dell’Olocausto, derivò da questa scelta di libertà all’incatenamento che il popolo tedesco scelse volontariamente, aderendo all’ideologia dell’hitlerismo. I carnefici e le vittime di Auschwitz, si sono dimostrati non-liberi in modi differenti. Il filosofo ebreo Hans Jonas, che ha vissuto in prima persona la tragica esperienza dell’Olocausto e, che essendo ebreo appartiene proprio al «popolo eletto di Dio», sente di non poter accettare passivamente la Sua assenza durante questa catastrofe e, rielaborando la nozione mistica della contrazione di Dio di Luria, cerca di evidenziarne la Sua impotenza durante Auschwitz.