Questo libro narra la vicenda degli Incontri Internazionali d’Arte, un’associazione nata a Roma nel 1970 dall’incontro fra la mecenate Graziella Lonardi Buontempo e il critico Achille Bonito Oliva che ha trasformato le modalità di produzione e presentazione della ricerca artistica in Italia. Il racconto, che si basa su un’approfondita ricerca nell’archivio degli Incontri oggi conservato presso il MAXXI di Roma, si dipana incrociando le biografie dei protagonisti con le vicende dell’associazione, sullo sfondo di un panorama artistico profondamente mutato dopo il 1968. Attraverso documenti d’archivio, corrispondenze, fotografie, il volume ricostruisce così il passaggio dalla “sperimentazione” al Museo, in una parabola che dal felice spontaneismo della mostra Amore mio a Montepulciano nel 1970 giunge a una rassegna ormai “storica” come Identité italienne. L’art en Italie depuis 1959, promossa dall’associazione negli spazi del Centre Pompidou a Parigi nel 1981. Se nelle due grandi mostre degli anni Settanta, Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960-1970 (1970-71) e Contemporanea (1973-74), entrambe a Roma, il gruppo di lavoro di Incontri inserisce le ricerche di avanguardia in contesti espositivi, con seguito di polemiche e grande successo di pubblico, nella sede storica di Palazzo Taverna si dipana la storia più intima dell’associazione, con conferenze, performance, eventi, che mappano il contesto artistico italiano e internazionale. L’identità scissa degli Incontri Internazionali d’Arte – con il doppio binomio “privato-sperimentale” e “pubblico-sensazionale” – riflette così la contrapposizione fra diversi modelli di intervento culturale e delinea un difficile tentativo di conciliazione tra spettatore e ricerca artistica unico nell’Italia di quegli anni.