Donne che plasmano nella creta gli uomini scomparsi, che attraversano il deserto per portare a un prigioniero un cocomero, che evadono nel mondo dei sogni, che chiudono la porta dietro figli e compagni, che s’ubriacano di troppo amore. Uomini che si prendono a pugni sul ring e nella vita, che inseguono rarissime farfalle, che interpretano la follia al sax, che abbaiano in una remota lingua biblica, braccati come Annibale in Bitinia o figli borghesi con un padre rivoluzionario.Pagine di fresca e sensibile autenticità, a volte umilmente epiche, altre volte ironiche o di tagliente realismo, fatte lievitare sovente dal fantastico, dalla prospettiva dell’infanzia o da quella femminile. Con suggestivi affondi nel groviglio dei rapporti interpersonali, nelle solitudini individuali e nelle tragedie collettive (come l’incubo della tortura e l’impunità degli aguzzini), tra sgomento, resistenza e vitalità.Gli AutoriPía Barros (1956), Poli Délano (1936), Ana María Del Río (1948), Sonia González (1958),Fernando Jerez (1937), Diego Muñoz Valenzuela (1956), Francisco Rivas (1943) e Virginia Vidal (1932) sono narratori cileni di lunga traiettoria. Alcuni hanno conosciuto l’esilio, interno o esterno. Fanno parte di due generazioni unite dall’impegno artistico e civile e la preoccupazione per le problematiche umane. Ampiamente riconosciuti in patria, ma ancora quasi ignoti in Italia, disegnano qui la mappa alternativa di una terra dalla grande tradizione letteraria.
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