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Il libro si basa su una serie di testimonianze di persone che hanno sofferto a causa di derive settarie all’interno di uno dei tre movimenti esaminati.
Il libro si basa su una serie di testimonianze di persone che, avendo sofferto a causa di derive settarie all’interno di uno dei tre movimenti esaminati, raccontano la prova da loro vissuta. Le testimonianze in questione sono oggetto di analisi e riflessione da parte di specialisti – un giudice ecclesiastico, un teologo, un giurista, uno psicologo… – che apportano il loro contributo, supportato dalle loro conoscenze approfondite e…mehr

Produktbeschreibung
Il libro si basa su una serie di testimonianze di persone che hanno sofferto a causa di derive settarie all’interno di uno dei tre movimenti esaminati.

Il libro si basa su una serie di testimonianze di persone che, avendo sofferto a causa di derive settarie all’interno di uno dei tre movimenti esaminati, raccontano la prova da loro vissuta. Le testimonianze in questione sono oggetto di analisi e riflessione da parte di specialisti – un giudice ecclesiastico, un teologo, un giurista, uno psicologo… – che apportano il loro contributo, supportato dalle loro conoscenze approfondite e dall’esperienza che hanno maturato in uno specifico campo.

Le testimonianze in questione sono oggetto di analisi e riflessione da parte di specialisti.

ESTRATTO

I pazienti «as if» funzionano per mimetismo, riflettendo la personalità di coloro con i quali entrano in contatto, in un registro bidimensionale e senza una maggiore profondità emotiva. Nelle loro relazioni con i gruppi, saltano da un gruppo all'altro e sono estremamente suggestionabili (Ross, 1967). E a livello di simbolizzazione e di creatività, «le loro creazioni, se si osservano da vicino, sono una ripetizione spasmodica – per quanto allenata – senza alcun segno di originalità» (Deutsch, p. 303). Allo stesso tempo, sono pazienti la cui aggressività «è dissimulata dalla passività, conferendo un'aria di bontà negativa, una mezza gentilezza che può rapidamente trasformarsi nel suo contrario» (p. 305). Per via del mimetismo già descritto da Deutsch, questo tipo di identificazione sfiora l'imitazione (Gaddini, 1978), motivo per cui i due concetti sono stati legati tra loro da diversi autori sotto la nozione di identità adesiva di Bick (1968). Secondo Esther Bick – psicanalista britannica che si è dedicata in modo particolare allo studio dei primi rapporti madre-neonato, sviluppando un metodo di osservazione dei neonati che porta il suo nome –, deficit precoci nelle prime relazioni (come il modello del primo contenitore-pelle) possono indurre il neonato a impiegare attivamente la propria muscolatura e tutto il corpo per ottenere una sensazione di sicurezza di fronte all'ansia di disintegrazione, cosa che instaura una difesa precoce descritta come «una formazione difettosa della seconda pelle». I neonati «si aggrappano» così alla superficie degli oggetti (voce, luce, sapore, ritmo, contatto) per arrivare in questo modo a una certa sensazione di sicurezza, continuità ed esistenza. Si tratta di una modalità arcaica di relazione nella quale predomina la vicinanza fisica come modo per raggiungere una coerenza nel self.

AUTORE

Vincent Hanssens è un belga e uno psicosociologo. È stato Vice-Rettore dell'Università Cattolica di Lovanio. Impegnato nel dialogo interculturale e Inter-universitario, è co-autore, con Marcel bolle de Bal, de El Credente e el miscredente pubblicato nelle edizioni Mols.