Di guardia alla polveriera di Ponte Ronca a Bologna 12-1952. “A Ponte Ronca, nella notte del 24 dicembre, riaffiorano alla mente le dolci melodie natalizie del mio paese, rese più acute dai rintocchi delle campane del paese vicino. Rintocchi dolci, ma nello stesso tempo tristi! Mi sento solo sotto un cielo sereno incastonato dalla luna e dalle stelle. Il ricordo di quando ero piccolo, si posa sui volti dei miei familiari, raccolti presso il focolare, in attesa della messa di mezzanotte. Così le ricordo una ad una queste figure care; dai miei nonni, ai genitori, ai fratelli, e mi sembra, in quest’attimo, di essere con loro e goderne le affettuosità e i loro sorrisi. Un’ altro volto ricordo questa sera, molto lontano da me, a 1500 Km di distanza, il quale sembra ormai, essere il centro della mia vita: il volto sereno, limpido, gioioso e angelico della mia amata Lidia.Sembra un sogno pensare a queste cose sotto il raggio della luna, che ora c’è e illumina la notte e tra poco si nasconderà dietro l’orizzonte terreno, per ritornare domani sera, quasi alla stessa ora! Poi dopodomani... E così per sempre! Per adempiere il cammino di un mistero impenetrabile, indescrivibile, eterno, che l’uomo può solo ammirare ma non comprendere!”(dal cap.21)