Letteratura - romanzo (129 pagine) - Il tema del doppio viene sbriciolato in frammenti che rivendicano tutte le gradazioni della parola passione. Un romanzo madido e cangiante come le nebbie del lago sul quale è ambientato.
Due gemelle allo specchio. Maria e Maddalena strizzano l’occhio alla figura biblica di peccatrice redenta, ma finiscono col restare imprigionate nelle proprie ragnatele viscerali. Bánffy non fa sconti a questa indimenticabile coppia di eroine, al contempo respingenti e seducenti nel loro disperato tentativo di scappare dagli artigli del destino. Protagoniste, quasi inconsapevoli, di un libro grondante di sensualità, nel quale il piacere, dannunzianamente inteso, è il burattinaio che muove gli istinti e s’insinua nelle fenditure della razionalità, facendola a brandelli, come vele lacerate dal vento durante il fortunale. Il vento, già, il pericolosissimo vento di lago, personaggio invisibile (e cruciale) della narrazione… Uscì sulla veranda. Un forte colpo di vento la investì, gettò indietro l’accappatoio, dietro il suo corpo nudo […]. Quando se lo tolse, volò lontano, si abbatté contro la porta, e lei, come se si sentisse liberata dall’ultimo vincolo, dall’ultimo freno che la teneva alla sponda, con un impeto di gioia vittoriosa si gettò nell’acqua.
Miklós Bánffy (Kolozsvár, 1873 – Budapest, 1950), conte protestante ungherese, discendente da una potente dinastia transilvanica, condusse una vita ricca di esperienze: dopo aver studiato “relazioni internazionali” presso il Theresianum di Vienna, pittura all’Accademia di Budapest e diritto nonché matematica all’Università di Kolozsvár, diresse i teatri statali ungheresi, ricoprì diversi e prestigiosi incarichi politici, promosse la fondazione di una casa editrice, compose cinque opere teatrali e si distinse come disegnatore. Tutte queste attività non gli impedirono di dedicarsi al suo passatempo preferito, quello d’impenitente tombeur de femmes… moltissime le conquiste attribuitegli. Oltre a una serie di romanzi e due raccolte di racconti, pubblicò l’interessante trilogia A Transylvanian Tale (1934-1940), una vera e propria saga sulla propria affascinate e turbolenta terra d’origine. Scrisse sempre in lingua ungherese, nonostante padroneggiasse perfettamente anche il rumeno e il tedesco. A causa delle sue idee liberaliste in campo politico (e non solo), le opere di Bánffy furono cancellate dai programmi editoriali dal regime comunista fino al 1982.
Due gemelle allo specchio. Maria e Maddalena strizzano l’occhio alla figura biblica di peccatrice redenta, ma finiscono col restare imprigionate nelle proprie ragnatele viscerali. Bánffy non fa sconti a questa indimenticabile coppia di eroine, al contempo respingenti e seducenti nel loro disperato tentativo di scappare dagli artigli del destino. Protagoniste, quasi inconsapevoli, di un libro grondante di sensualità, nel quale il piacere, dannunzianamente inteso, è il burattinaio che muove gli istinti e s’insinua nelle fenditure della razionalità, facendola a brandelli, come vele lacerate dal vento durante il fortunale. Il vento, già, il pericolosissimo vento di lago, personaggio invisibile (e cruciale) della narrazione… Uscì sulla veranda. Un forte colpo di vento la investì, gettò indietro l’accappatoio, dietro il suo corpo nudo […]. Quando se lo tolse, volò lontano, si abbatté contro la porta, e lei, come se si sentisse liberata dall’ultimo vincolo, dall’ultimo freno che la teneva alla sponda, con un impeto di gioia vittoriosa si gettò nell’acqua.
Miklós Bánffy (Kolozsvár, 1873 – Budapest, 1950), conte protestante ungherese, discendente da una potente dinastia transilvanica, condusse una vita ricca di esperienze: dopo aver studiato “relazioni internazionali” presso il Theresianum di Vienna, pittura all’Accademia di Budapest e diritto nonché matematica all’Università di Kolozsvár, diresse i teatri statali ungheresi, ricoprì diversi e prestigiosi incarichi politici, promosse la fondazione di una casa editrice, compose cinque opere teatrali e si distinse come disegnatore. Tutte queste attività non gli impedirono di dedicarsi al suo passatempo preferito, quello d’impenitente tombeur de femmes… moltissime le conquiste attribuitegli. Oltre a una serie di romanzi e due raccolte di racconti, pubblicò l’interessante trilogia A Transylvanian Tale (1934-1940), una vera e propria saga sulla propria affascinate e turbolenta terra d’origine. Scrisse sempre in lingua ungherese, nonostante padroneggiasse perfettamente anche il rumeno e il tedesco. A causa delle sue idee liberaliste in campo politico (e non solo), le opere di Bánffy furono cancellate dai programmi editoriali dal regime comunista fino al 1982.