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Questo libro contiene parole-specchio. 110 meditazioni che ti faranno riflettere. Dovrebbero, però, servire ad agire. Un passero posato su un ramo non è il volo, è la possibilità del volo. Così il pensiero non è l'azione, è la possibilità dell'azione. Perché pensare per pensare significa far rimanere le scelte sulla carta. E Colombo l'America non la conquistava "su" una mappa ma "con" una mappa. Ti dico questo, per dirti che siamo chiamati a scegliere, anzi, a essere scelta. Per fare, meglio prima essere. Sì, perché quanto spesso c'è azione senza pensiero! Istinto. Voglio? Prendo. Ho fame di…mehr

Produktbeschreibung
Questo libro contiene parole-specchio. 110 meditazioni che ti faranno riflettere. Dovrebbero, però, servire ad agire. Un passero posato su un ramo non è il volo, è la possibilità del volo. Così il pensiero non è l'azione, è la possibilità dell'azione. Perché pensare per pensare significa far rimanere le scelte sulla carta. E Colombo l'America non la conquistava "su" una mappa ma "con" una mappa. Ti dico questo, per dirti che siamo chiamati a scegliere, anzi, a essere scelta. Per fare, meglio prima essere. Sì, perché quanto spesso c'è azione senza pensiero! Istinto. Voglio? Prendo. Ho fame di cieli nuovi? Parto, mi rimetto al mondo. Magari mi scuoto soltanto, riporto un po' a galla l'anima che se ne stava posata sul fondo. Ma parto. Per istinto, non ci stai a pensare molto. Vuoi, vai. Ma tu chi sei? La domanda che non vogliamo sentire. Ho tessuto queste meditazioni per provare a decostruire alcuni dolori dell'anima, quali l'invidia, lo spaesamento, il rimpianto, la disillusione del fallimento. Evocando situazioni vissute, le ho poeticamente incise per marcare un deciso distacco dalla prosa del vivere di superficie, sotto cui scorre - inattinta - la vita vera, l'autentico su cui bellamente passeggiamo. Siamo troppo pensiero semplice, pensiero che rimane sulla linea di galleggiamento, sentire che non scende; siamo troppo pensiero che si fa pensare. La meditazione 10 riflette su quegli amici che ci urtano con la loro arroganza, ci ridimensionano con le armi bianche della denigrazione e del sarcasmo. Dobbiamo davvero rispondere al fuoco? E se invece sentissimo tutto il loro naufragio? Meditazione 10. "Ieri un mio amico, raggomitolato in un dolore esistenziale fatto di anedonia ed estenuazione di forze spirituali, ha provato irritazione nel vedermi indossare gli Air-Pods. Per ogni discorso che facevo, sosteneva la tesi opposta. Ogni cosa che dicevo, la percepiva come una gomitata nell'orgoglio, come un furto di senso. Quante persone così! Che sono il tuo nero quando splendi, che assurgono a sole quando sei un buio. In lui non ho cercato punti deboli, non ho affilato una controrisposta: come si può dare sofferenza al dolore stesso? A furia d'aver l'anima scarnificata, da persona sta sempre più mutando in fatto biologico, sommatoria d'organi, liquidi in circolo, evanescenza umana". Meditazione 12. "A volte si scrive per incoronarsi. Io sto scrivendo per far parlare il mio tempo al tuo. Il mio quando al tuo quando. Il mio come al tuo come. Ma il perché spetta a te. Da qualche parte, in te, c'è un perché che ti spetta". Meditazione 14. "Non aspettarti la salvezza dalle aspettative altrui. Non stare appeso al loro sì. Gli altri si aspettano che tu già sia in salvo, per poi aggrapparsi, al rimorchio, alla tua scia di luce (se stelle più lucenti non brillano intorno). Non ti aspettano, si aspettano che tu sia la loro soluzione, già pronta, già infiocchettata: a loro non interessano i passaggi intermedi. A loro interessano i regali solo da scartare. C'è dell'oro per loro? Il quanto, non il chi". Le meditazioni, pensate per essere un quietivo dei mali più comuni che increspano le acque serene dell'io, sono 110. Un'auto-somministrazione di saggezza da infondersi al riparo dai brusii della vita in disordine, senza l'assillo della performance, dei record dei libri letti in un mese, per centrarsi attraverso tutta la salvifica cura della lentezza.