È proprio vero! Gli incontri più interessanti avvengono per caso. Così come, per caso, nascono le idee più belle, più intriganti, più interessanti. Ho conosciuto Leonardo per caso, passeggiando con il mio cane nella zona di Porta Valle, a Jesi. Anzi, direi che è stato proprio il mio cane a volermelo far conoscere. Come se avesse provato un’affinità alchemica per lo scultore, Jenny, la mia cagnetta, si è fiondata nella sua bottega, pretendendo da lui l’attenzione e le coccole che di solito ogni cane chiede a chi gli va a fagiolo. È nata così un’amicizia, e un’ammirazione reciproca, di uno scrittore verso uno scultore e viceversa. Facendo io parte di un gruppo di scrittori che si incontrano e si scambiano idee tramite un gruppo Facebook – oggi si fa tutto tramite social network – ho lanciato agli altri l’idea di inventare ognuno un racconto o una poesia ispirati a una scultura di Leonardo Longhi. Detto fatto, in brevissimo tempo gli interpellati hanno risposto e, in quattro e quattr’otto, abbiamo realizzato questo bellissimo volumetto. Una sfida? Sì, una sfida bella e buona. Leonardo ci ha sfidato al passaggio dalle immagini alle parole. Chi ha vinto la sfida: lo scultore o gli autori? Mi sentirei di dire entrambi. Provate a leggere anche voi le parole, tenendo presenti le immagini, e vedrete che immagini e parole non appariranno più opposti, ma complementari. Per dirla con Oscar Sartarelli, non più Lupo e Cerbiatta, ma due anime in un sol corpo. Ciò che ritroviamo nelle sculture in legno di Leonardo Longhi e negli scritti degli autori che hanno partecipato è un’unica entità: l’uomo. Nelle sue varie sfaccettature, ma sempre uomo. E se vi capiterà di passare per i vicoli di Jesi e incontrare Leonardo, chiedetelo direttamente a lui. Vi parlerà dell’uomo, di quella strano gioco della natura che fonde due anime in un sol corpo, di quella legge che fa di ogni essere umano un eterno doppio, una fusione tra l’indomito lupo e la dolce cerbiatta, tra le immagini e le parole. (Stefano Vignaroli)