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Quando si decide di partire lo si fa per i più svariati motivi e con l’illusione più grande di tutte, ovvero quella di lasciarsi alle spalle qualcosa.
“Mia madre è nata sotto il segno del Cancro, quattrolugliomillenovecentosessantuno, e ci è morta. Ventisette-ottobreduemilaundici”.
Giulia, una giovane italiana cinica, disperata e perseguitata da mille paure, Gilles, un francese entusiasta e strampalato, Tay, fotoreporter texano, si ritrovano improvvisati compagni di un viaggio che li conduce sulla remota isola di Ko Pha Ngan, Thailandia, dove, tra spiagge incontaminate e distese di giungla inaccessibile si trovano a fare i conti con le proprie potenzialità e le proprie debolezze.
I luoghi lontani o vicini, esotici o metropolitani, possono amplificare un sentimento, ma, alla fine, sono sempre le persone quello di cui, fortunatamente, abbiamo ancora bisogno.
“Bisognerebbe ridare dignità al non lo so. Non saper rispondere ad una domanda ci coglie sempre impreparati, di qualunque natura essa sia. Così ci ritroviamo a dare risposte fuori contesto, incomplete, stupide o, addirittura, a cambiare discorso. Tutto pur di non rispondere l’umiliante non lo so”.
Ilaria Scarpiello (Foggia, 1981) è psicologa e psicoterapeuta.
Quando si decide di partire lo si fa per i più svariati motivi e con l’illusione più grande di tutte, ovvero quella di lasciarsi alle spalle qualcosa.
“Mia madre è nata sotto il segno del Cancro, quattrolugliomillenovecentosessantuno, e ci è morta. Ventisette-ottobreduemilaundici”.
Giulia, una giovane italiana cinica, disperata e perseguitata da mille paure, Gilles, un francese entusiasta e strampalato, Tay, fotoreporter texano, si ritrovano improvvisati compagni di un viaggio che li conduce sulla remota isola di Ko Pha Ngan, Thailandia, dove, tra spiagge incontaminate e distese di giungla inaccessibile si trovano a fare i conti con le proprie potenzialità e le proprie debolezze.
I luoghi lontani o vicini, esotici o metropolitani, possono amplificare un sentimento, ma, alla fine, sono sempre le persone quello di cui, fortunatamente, abbiamo ancora bisogno.
“Bisognerebbe ridare dignità al non lo so. Non saper rispondere ad una domanda ci coglie sempre impreparati, di qualunque natura essa sia. Così ci ritroviamo a dare risposte fuori contesto, incomplete, stupide o, addirittura, a cambiare discorso. Tutto pur di non rispondere l’umiliante non lo so”.
Ilaria Scarpiello (Foggia, 1981) è psicologa e psicoterapeuta.