“Se ora apri il Decamerone, letta appena la prima novella, gli è come un cascar dalle nuvole e un domandarti col Petrarca: «Qui come venn’io o quando?» Non è una evoluzione, ma è una catastrofe, o una rivoluzione, che da un dì all’altro ti presenta il mondo mutato. Qui trovi il medio evo non solo negato, ma canzonato.” Così comincia il capitolo di De Sanctis sul Decameron. In poche parole dice tutto: con Boccaccio finisce il Medioevo, quel Medioevo che attribuiva valore ineludibile alla religione. Il mondo è cambiato in fretta. La vita delle città ha cambiato la testa degli uomini. Non si crede più alle fumisterie dei monaci. Non si ha più voglia di fare penitenza. Si ha una gran voglia, invece, di ridere. Di ridere di tutto, ma soprattutto delle retoriche e delle pose. Un capolavoro assoluto della letteratura mondiale. Questo è il Decameron. Un’opera ancora oggi piena di sorprese e di bellezze.