Antonio Raciti farmacista nato a Zafferana Etnea nel 1958 dove lavora. Appassionato di musica, teatro, letteratura, arte e viaggi. È stato membro di una associazione filodrammatica, ha sostenuto gli esami di quarto anno di tromba e creato successivamente un quintetto di ottoni. Negli ultimi anni, ha iniziato a conoscere il mondo non da turista ma da viaggiatore facendo di ogni singola esperienza un momento di crescita, un’esperienza di vita. In un viaggio, qualunque esso sia, si riceve in dono il “viaggio” che già risiede dentro noi. L’India in questo genere di doni è molto generosa. Perciò al ritorno dall’India ho cominciato a scrivere, così il viaggio è continuato per mesi interi. I templi, la serenità della gente del Kerala, le urla dei bimbi li ho sentiti vicini durante la stesura e ho scoperto nella mia interiorità aspetti ed emozioni solo in apparenza nascosti. È difficile far rivivere queste emozioni. Il mio desiderio è di far percepire a chi leggerà questi ricordi il rullare dei tamburi durante la processione di Ganesh, l’odore dei gelsomini quando una donna mi passava accanto, il calore dei bracieri che ardevano nei templi. Tornerò in India appena potrò. Non so se per la sua cultura o per il suo popolo o per entrambi. È un’attrazione magnetica, magica. Se la mente desidera andare in India, il mio cuore è già là.