Il testo decostruisce la creatività attraverso una prospettiva multidisciplinare: vengono messe a confronto prospettive neuroscientifiche, attingendo dalle ricerche di Gerald Edelman sul darwinismo neurale, filosofiche, in primis adottando la prospettiva di Daniel Dennett su mente e coscienza, e letterarie, analizzando le teorie della creatività di J.R.R. Tolkien, S. King, D. Lynch, I. Calvino, e quella della fantasia di Gianni Rodari. Dal dialogo interdisciplinare emerge una concezione del pensiero creativo radicata nella biologia umana, che supera l'eredità dualistica lasciata da una concezione cartesiana della mente, e che si estrinseca tanto nella vita quotidiana quanto in forme artistiche e culturali.