In questa raccolta letteraria ibrida, dove la poesia incontra la filastrocca, la freddura, la pagina di diario; Michele Rocchetti viviseziona sé stesso in frammenti lucidi e vibranti. Tra gli scogli e le maree di una vita sempre in bilico, l’autore si racconta vestendo i panni dell’osservatore acuto: adulto e bambino, “mago” e “ragioniere”.
Un calendario esistenziale dove, tra sacro e profano, le trame dei giorni abitano la dimensione naturale ciclica, di una Natura genitrice e fattucchiera.
Dei relitti e delle piene, come un carnet de voyage, accompagna il lettore in un viaggio nel tempo e nello spazio mutevoli, nell’intimità di ciò che resta e ciò che va.
«Voglio spiarla ancora, la luna, / quando tornerà nuda / a bagnare il fondo del tuo pozzo. / Io sono il gatto di legno / e tu la strada di casa.»
«Profumo bambino di gioia campestre / vieni a sposare questo vecchio comò, / ti regalo un vestito da spola.»
«In fondo al mio cammino / la porta del manicomio, / le chiavi di un giardino.»
Michele Rocchetti, 1986, illustratore e docente, esordisce come scrittore con Dei relitti e delle Piene, una raccolta poetica personale che definisce “zibaldone di frammenti insofferenti”.
Un calendario esistenziale dove, tra sacro e profano, le trame dei giorni abitano la dimensione naturale ciclica, di una Natura genitrice e fattucchiera.
Dei relitti e delle piene, come un carnet de voyage, accompagna il lettore in un viaggio nel tempo e nello spazio mutevoli, nell’intimità di ciò che resta e ciò che va.
«Voglio spiarla ancora, la luna, / quando tornerà nuda / a bagnare il fondo del tuo pozzo. / Io sono il gatto di legno / e tu la strada di casa.»
«Profumo bambino di gioia campestre / vieni a sposare questo vecchio comò, / ti regalo un vestito da spola.»
«In fondo al mio cammino / la porta del manicomio, / le chiavi di un giardino.»
Michele Rocchetti, 1986, illustratore e docente, esordisce come scrittore con Dei relitti e delle Piene, una raccolta poetica personale che definisce “zibaldone di frammenti insofferenti”.