Cassaintegrato: «colui che non paga le tasse/straniero».
Ceco: «persona non vedente».
Cinofilo: «appassionato di cinema/amore per la Cina».
Necrofilo: «uomo che difende i neri».
Lecchese: «uno che lecca».
Immune: «l’ho sentito in un programma televisivo che si chiama Amici. Cioè una persona non può uscire dal programma», «nel GF 11 Guendalina era immune nella casa, cioè in quel tot di giorni non può essere votata da nessuno».
Reggino:«che regge qualcosa».
Sono questi alcuni esempi dei deficit linguistici che emergono tra tanti giovani adolescenti, e non solo tra essi.
Partendo da un punto di vista “privilegiato”, vicino alla realtà scolastica ed al mondo dei giovani, questo saggio indaga le cause del malessere linguistico diffuso e generalizzato che uniforma e appiattisce la realtà comunicativa delle nuove generazioni, e fornisce dei suggerimenti pratici ai tanti docenti che spendono il proprio impegno per arginare il fenomeno.
Che la diffusione della padronanza della lingua ad un livello medio-alto sia un bene per ogni comunità e per il suo sviluppo, è un fatto riconosciuto da tanto tempo. Parlare correttamente è lo stesso che pensare razionalmente, e crea le condizioni per affrontare le molteplici sfide dell’innovazione globale, formando cittadini consapevoli del proprio ruolo nella società, in grado di discriminare, valutare, scegliere, partecipare.
«Un populu mittitulu a catina spugghiatulu attuppatici a vucca è ancora libiru.
Livatici u travagghiu u passaportu a tavola unni mancia u lettu unni dormi è ancora riccu.
Un populu, diventa poviru e servu quannu ci arrubbano a lingua addutata di patri: è persu pi sempri»
(Ignazio Buttitta)
Ceco: «persona non vedente».
Cinofilo: «appassionato di cinema/amore per la Cina».
Necrofilo: «uomo che difende i neri».
Lecchese: «uno che lecca».
Immune: «l’ho sentito in un programma televisivo che si chiama Amici. Cioè una persona non può uscire dal programma», «nel GF 11 Guendalina era immune nella casa, cioè in quel tot di giorni non può essere votata da nessuno».
Reggino:«che regge qualcosa».
Sono questi alcuni esempi dei deficit linguistici che emergono tra tanti giovani adolescenti, e non solo tra essi.
Partendo da un punto di vista “privilegiato”, vicino alla realtà scolastica ed al mondo dei giovani, questo saggio indaga le cause del malessere linguistico diffuso e generalizzato che uniforma e appiattisce la realtà comunicativa delle nuove generazioni, e fornisce dei suggerimenti pratici ai tanti docenti che spendono il proprio impegno per arginare il fenomeno.
Che la diffusione della padronanza della lingua ad un livello medio-alto sia un bene per ogni comunità e per il suo sviluppo, è un fatto riconosciuto da tanto tempo. Parlare correttamente è lo stesso che pensare razionalmente, e crea le condizioni per affrontare le molteplici sfide dell’innovazione globale, formando cittadini consapevoli del proprio ruolo nella società, in grado di discriminare, valutare, scegliere, partecipare.
«Un populu mittitulu a catina spugghiatulu attuppatici a vucca è ancora libiru.
Livatici u travagghiu u passaportu a tavola unni mancia u lettu unni dormi è ancora riccu.
Un populu, diventa poviru e servu quannu ci arrubbano a lingua addutata di patri: è persu pi sempri»
(Ignazio Buttitta)