"Demetrio Pianelli" è un romanzo scritto da Emilio De Marchi nel 1890, di ambientazione milanese.
L’opera racconta la dolorosa lotta di Demetrio contro i creditori del fratello Cesarino, suicida, e della cognata Beatrice, di cui è innamorato ma da cui viene spesso preso in giro. Unico conforto, la confidenza e l’affetto della nipotina Arabella, dato che Demetrio non riesce a conquistare né il cuore né la gratitudine della bella cognata. Beatrice sposa un ricco giovane campagnolo e Demetrio subisce una dura sconfitta sul lavoro.
Emilio De Marchi (1851 – 1901), di famiglia di modeste condizioni e orfano di padre, frequentò il mondo letterario milanese dominato in quel momento dalla Scapigliatura. Ebbe un ruolo attivo anche in istituzioni caritative. La morale dei suoi romanzi (secondo l'uso del tempo pubblicati a puntate su periodici e quotidiani) è quella borghese del Manzoni, dove rassegnazione e onestà pagano più di sovversione e violenza, il contrasto doloroso tra ricchi e poveri non autorizza i contrasti di classe.
L’opera racconta la dolorosa lotta di Demetrio contro i creditori del fratello Cesarino, suicida, e della cognata Beatrice, di cui è innamorato ma da cui viene spesso preso in giro. Unico conforto, la confidenza e l’affetto della nipotina Arabella, dato che Demetrio non riesce a conquistare né il cuore né la gratitudine della bella cognata. Beatrice sposa un ricco giovane campagnolo e Demetrio subisce una dura sconfitta sul lavoro.
Emilio De Marchi (1851 – 1901), di famiglia di modeste condizioni e orfano di padre, frequentò il mondo letterario milanese dominato in quel momento dalla Scapigliatura. Ebbe un ruolo attivo anche in istituzioni caritative. La morale dei suoi romanzi (secondo l'uso del tempo pubblicati a puntate su periodici e quotidiani) è quella borghese del Manzoni, dove rassegnazione e onestà pagano più di sovversione e violenza, il contrasto doloroso tra ricchi e poveri non autorizza i contrasti di classe.