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Milano, primavera del 1980. Brenno Caccia, 35 anni appena compiuti, un palazzo storico da mandare avanti insieme alla madre Arianna e la domestica Gisa, un ufficio di investigazioni private sul Naviglio Grande e un caso di rapimento da risolvere. Potrebbe sembrare l’inizio di un’indagine ordinaria, se non fosse che la vita di Brenno di ordinario non ha mai avuto nulla, a partire dal principio. Nelle sue vene, infatti, scorre il sangue di un antico demone fenicio e la sua nascita è stata voluta dai nazisti della Ahnenerbe, quando le sorti della guerra erano ormai decise. I suoi geni lo rendono…mehr

Produktbeschreibung
Milano, primavera del 1980.
Brenno Caccia, 35 anni appena compiuti, un palazzo storico da mandare avanti insieme alla madre Arianna e la domestica Gisa, un ufficio di investigazioni private sul Naviglio Grande e un caso di rapimento da risolvere.
Potrebbe sembrare l’inizio di un’indagine ordinaria, se non fosse che la vita di Brenno di ordinario non ha mai avuto nulla, a partire dal principio.
Nelle sue vene, infatti, scorre il sangue di un antico demone fenicio e la sua nascita è stata voluta dai nazisti della Ahnenerbe, quando le sorti della guerra erano ormai decise.
I suoi geni lo rendono un assassino spietato ed efficiente.
Il suo cuore un improbabile protettore dei più deboli.
Cosa potrà mai succedere quando il passato tornerà a bussare alla sua porta, più pericoloso che mai?
Tra intermezzi jazz, corse in tram e omicidi efferati, Brenno – aiutato dalla sua nuova segretaria Alex e da una misteriosa donna con una Maserati gialla – dovrà sconfiggere la minaccia che rischia di portargli via ogni cosa, compreso il suo futuro.

“Cinque squilli, prima che una voce roca d'uomo mi rispondesse.
«Ruggero, sai chi sono» dissi.
Un attimo di esitazione e poi la voce riprese: «Cosa vuoi? Sto rigando dritto.»
«Non è per te. Sto cercando informazioni su una persona.»
«Cazzi tuoi. Ti avevo detto di stare alla larga da me.»
«È importante, altrimenti non ti avrei chiamato.»
L'uomo all'altro capo della linea grugnì. «A me delle tue priorità non può importare di meno. E non ti devo nulla. Soprattutto se penso a quello che mi hai fatto.»
Serrai le labbra e picchiettai la matita sul piano della scrivania. «Potrei rifarlo.»”